Attualità
25 Gennaio 2017
E' stata inviata da Alleanza Cefalalgici-Fondazione Cirna Onlus al Ministro della Salute

Appello per l’inserimento della cefalea cronica tra i Lea

di Redazione | 2 min

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Una lettera-appello per l’inserimento di alcune cefalee primarie altamente disabilitanti tra i Livelli essenziali di assistenza (Lea). E’ stata inviata da Alleanza Cefalalgici-Fondazione Cirna Onlus alle istituzioni preposte, per la precisione al Ministro della Salute, Commissioni Salute di Camera e Senato, alle Commissioni Affari sociali di Camera e Senato, ai Capigruppo di Camera e Senato.

Il testo recentemente approvato sui nuovi Lea, infatti, come fanno presente gli estensori della lettera, non cita in alcun punto l’emicrania cronica e la cefalea a grappolo, “due forme di cefalea primaria che si associano ad un grado di disabilità estremamente elevato, come si può evincere chiaramente dalla letteratura scientifica sull’argomento e da alcuni documenti ufficiali dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità).

“L’emicrania cronica – aggiungono – è patologia frequente, in quanto colpisce l’1-2% della popolazione generale. La cefalea a grappolo è fortunatamente più rara. Entrambe le forme interessano prevalentemente soggetti in età adulta, anche se non ne sono esenti bambini ed adolescenti, e comportano un fardello gravissimo sulla famiglia, il lavoro e il sistema sanitario. Si tratta di persone che non riescono a gestire la vista di tutti i giorni, se non ingurgitando quantità sempre maggiori di farmaci, che diventano depressi a causa del dolore cronico, che girano da un centro all’altro alla ricerca della pozione miracolosa, quanto in realtà hanno bisogno innanzitutto di disintossicarsi dai farmaci che assumo e di essere guidati su terapie più specifiche ed efficaci. Il testo dei Lea attribuisce molta enfasi alla medicina preventiva, approccio da cui l’emicrania cronica potrebbe grandemente beneficiare, stante che uno dei determinanti maggiori della cronicizzazione è proprio l’uso sempre più elevato di farmaci sintomatici, a cui i pazienti fanno ricorso in mancanza della prescrizione di una terapia di profilassi. Dati recenti condotti sulla popolazione generale statunitense (studio Cameo) dimostrano infatti che meno del 10% degli emicranici cronici riesce ad avere quello a cui avrebbe diritto sulla base delle conoscenze scientifiche: una diagnosi corretta, una buona terapia sintomatica e un’adeguata terapia di profilassi. A ciò si aggiunga che a breve sarà immessa una terapia di profilassi specifica per l’emicrania cronica: la prima ideata e sviluppata specificamente per questa malattia, per la quale gli studi clinici stanno fornendo risultati positivi. Gli emicranici italiani ne saranno esclusi? Sulla base di queste brevi premesse, che siamo disponibili ad integrare con evidenze cliniche e scientifiche, con la presente  intendiamo segnalare l’urgenza di inserire almeno emicrania cronica e la cefalea a grappolo in percorsi assistenziali di medicina preventiva a curativa ben definiti e adeguati”.

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