Eventi e cultura
30 Novembre 2016
Giovedì la presentazione del volume a cui ha partecipato anche la giornalista ferrarese Camilla Ghedini

Un’antologia sul ‘mestiere più antico del mondo’

di Redazione | 2 min

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sala arengoC’è anche la giornalista ferrarese Camilla Ghedini, tra gli autori de “Il mestiere più antico del mondo?” (Elliot), antologia sulla prostituzione a cura della scrittrice Marilù Oliva che verrà presentata giovedì 1 dicembre, alle 17, alla Sala Arengo del Comune di Ferrara da Anna Quarzi, direttrice dell’Istituto Storia Contemporanea, nell’ambito degli eventi istituzionali realizzati contro la violenza sulle donne.

Otto autori – Dacia Maraini, Maurizio De Giovanni, Marilù Oliva, Romano De Marco, Camilla Ghedini, Alessandro Berselli, Sara Bilotti, Ilaria Palomba – e 14 racconti e una intervista-inchiesta per narrare la mercificazione del corpo, di ogni età e di ogni nazionalità, unendo voci femminili e maschili, per dare un’idea di complessità e coralità. E per riflettere sullo stato dell’arte di questo ‘mestiere’ oltre gli stereotipi, la facile retorica e la pragmatica semplificazione.

«Perché a parole siamo tutti contrari», rimarca la curatrice Oliva, salvo poi dover prendere atto che siamo di fronte a un mercato che non conosce stasi, confini. Che è sotto gli occhi di tutti e che si alimenta della stessa crisi economica, manifestandosi in varie forme.

«La prostituzione – scrive Ghedini, che firma anche la prefazione – non è solo quella praticata di notte sui marciapiedi, che sa di sporco, di cattivo odore, di contaminato. E che oggi ‘sfrutta’ anche l’esodo migranti, grazie al fatto che la richiesta di protezione internazionale dà diritto all’accoglienza, nuovo pertugio per il crimine». Quello proposto dall’antologia è un viaggio disincantato tra marciapiedi, festini in albergo, web cam installate in stanze di giovani studentesse. Tra abuso e consapevolezza, rabbia e silenzio, perbenismo e ipocrisia. «Abbiamo voluto dare uno spaccato della realtà, senza edulcorare», conferma Oliva. Cercando tuttavia di portare l’attenzione, anche, sull’eterno conflitto tra legalizzazione e proibizionismo, riapertura delle case chiuse e realizzazione di quartieri a luce rossa nelle zone decentrate. «C’è un conflitto di moralità – taglia corto Ghedini – . C’è la paura di non risultare integerrimi come vorremmo. C’è la colpa da allontanare. C’è la tentazione da nascondere. Essere d’accordo con la legalizzazione potrebbe essere interpretato come un avallo. Ostacolare la legalizzazione significa mantenere lo stato attuale». Credendo nel potere dell’arte, delle parole, l’antologia vuole suscitare una reazione. I proventi andranno a Telefono Rosa, che ha patrocinato il progetto editoriale e che da un quarto di secolo cerca di arginare ogni tipo di sopruso. L’evento, è organizzato da Comune, Isco, Centro Donna Giustizia, Udi

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