Politica
24 Novembre 2016
"Se io fossi al governo farei come lui: via i clandestini illegali e se non paghi le tasse vai in galera"

A Ferrara Salvini modello Trump

di Redazione | 3 min

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Donazioni Covid, il Comune “ammette” di essersi tenuto i soldi

E' una replica che assomiglia molto a un'ammissione di colpa, quella che il Comune di Ferrara, attraverso il direttore generale Sandro Mazzatorta, invia come 'rettifica' al nostro quotidiano dopo l'inchiesta sui soldi dei ferraresi destinati all'emergenza Covid per l'ospedale di Cona. E' una nota nella quale, volontariamente o meno, il Comune conferma di essersi trattenuto il denaro delle donazioni

Donazioni Covid. Ferraresi a Fabbri: “Trasparenza su destinazione dei fondi”

Dopo l'inchiesta di Estense.com sugli oltre 30mila euro di donazioni Covid fatte dai cittadini ferraresi al Comune di Ferrara per sostenere le spese urgenti legate all'emergenza Coronavirus all'ospedale Sant'Anna di Cona, la consigliera Anna Ferraresi, capogruppo del Gruppo Misto, ha interrogato con urgenza il sindaco Alan Fabbri

(foto di Alessandro Castaldi)

di Mattia Vallieri

Cartelli blu con la scritta ‘Salvini premier’ in stile primarie e comizi americani. E Matteo Salvini non si nasconde e prosegue cavalcando l’onda della vittoria di Trump. “Se io fossi al governo farei come lui: via i clandestini illegali, unica aliquota al 15% per tutti e se non paghi vai in galera, non come ora con una tassazione al 60% dove evadere diventa legittima difesa – sostiene il segretario del carroccio -. Dobbiamo tornare a controllare la nostra economia, la nostra moneta ed i nostri confini”.

Prima del comizio alla sala Estense Salvini ha incontrato alcuni azzerati Carife, vicenda su cui non risparmia attacchi pesanti: “Con il bail in il governo italiano si è calato le braghe con l’Europa e per la prima volta se a fallire è una banca non pagano gli amministratori ma i risparmiatori – tuona l’eurodeputato -. Franceschini, la Boschi e Renzi non dovrebbero più farsi vedere a Ferrara e rimborsare di tasca propria i 32 mila azzerati”.

Non sono mancati nemmeno i toni alti sul tema immigrazione: “Con questo governo sono arrivati mezzo milione di immigrati che dovevano essere ripartiti tra gli stati europei, invece solo mille sono stati spostati e gli altri sono rimasti a carico nostro – afferma il segretario leghista -. A chi mi accusa di pensare prima agli italiani io rispondo sì, i nostri sindaci usano i nostri soldi prima per gli italiani”. E ancora: “Per donne e bambini che scappano dalla guerra c’è posto, non per i ventenni che vanno in giro per Ferrara a rompere le scatole. Questi tornano a casa loro a calci in culo”.

Questione referendum. “Renzi è arrabbiato e sta girando l’Italia a nostre spese perché pensava di aver già vinto con tutta l’élite dalla sua parte – dichiara Salvini -. Non ha fatto i conti però con il fatto che gli italiani hanno una testa e ragionano con questa”. Quindi un attacco alle tv: “La Rai come bombardamento mediatico è vergognosa e oggi c’era addirittura la Boschi a ‘La vita in diretta’ a parlare di violenza contro le donne – chiosa il leghista -. Mediaset non ne parliamo e Sky è come andare di notte”.

“Come riforma costituzionale abbiamo proposto obbligo di dimissioni per parlamentari che vogliono cambiare partito ma Renzi ha bisogno degli Alfano, dei Cicchitto e dei Verdini per governare” polemizza Salvini, minacciando che “con la vittoria del sì l’Italia diventerà schiava di altri, dai banchieri e finanzieri alla Ue”.

L’eurodeputato non ha mancato un passaggio sulla questione terremoto (“mi chiedo come si possa fare commissario straordinario Errani che ha fallito sulla ricostruzione a casa sua”), il federalismo (“questo paese sta in piedi grazie al federalismo e non al centralismo di questa riforma”) e laureati che vanno all’estero (“tanti giovani sono andati via dall’Italia per poter lavorare, qua invece ne arrivano altri che non hanno la stessa voglia di lavorare di chi è partito”).

“Non vedo l’ora arrivi il 5 dicembre e tornare a parlare di argomenti concreti e ricordo che questo è il quinto anno dell’infame legge Fornero” conclude Salvini, secondo cui “con la vittoria del no ripartiamo dalle persone, con il sì invece vengono regalate poltrone ai consiglieri comunali”.

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