Spettacoli
18 Novembre 2016
Il musicista ospite sabato alla Sala Estense per la quinta Rassegna Storica e Nuova Canzone d'autore

Michele Gazich, un ‘ebreo’ errante per le vie del sale

di Redazione | 3 min

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Michele Gazich

Michele Gazich

Un tempo il sale era prezioso come l’oro e preziose erano anche le vie attraverso le quali veniva trasportato in tutto il mondo conosciuto: queste vie oggi hanno perso il loro senso originario e i luoghi che esse percorrevano sono abbandonati, quasi dimenticati. Un giorno anche gli oleodotti saranno dimenticati. Sopravvivono ancora, tuttavia, musicisti e strumenti tradizionali legati ai tempi che furono, quando la via era importante. Ho strappato questi strumenti alle loro terre e ho contestualizzato il loro rimpianto, il loro grido e il loro lamento in musiche e parole che ho composto per raccontare l’Europa di oggi, fatta di resti industriali, maestose rovine del terziario, biblioteche sommerse dalle acque, città distrutte, migrazioni e barricate: le nostre contemporanee Vie del sale”.

Racconta così Michele Gazich il nuovo album “La via del sale” che verrà presentato sabato 19 novembre alla Sala Estense di Ferrara per la quinta Rassegna Storica e Nuova Canzone d’autore, una serata che vedrà sul palco altri due importanti cantautori come Flavio Giurato e Mario Castelnuovo (inizio alle 20.45, ingresso 12 euro, in apertura Davide Solfrini).

Il settimo lavoro di Michele Gazich – scrittore di canzoni e violinista bresciano già a fianco di songwriters come Michelle Shocked, Mary Gauthier, Eric Andersen e Mark Olson – è disponibile su etichetta fonoBisanzio con distribuzione Ird dal 29 settembre, a due anni dal precedente lavoro “Una storia di mare e di sangue”. Ad anticipare l’opera, il brano “Storia dell’uomo che vendette la sua ombra”, accompagnato da un videoclip che nelle scorse settimane è stato presentato in anteprima sull’home page del sito de La Repubblica.

La tracklist de “La via del sale” comprende undici canzoni cantate da Michele Gazich con una voce che si è fatta negli anni sempre più intensa, vera e dolente. Ciascun brano contribuisce all’edificazione di un folkrock effettivamente italiano, senza prestiti anglosassoni o americani, un suono dentro cui vibrano strumenti folk realmente nostri come il piffero dell’Appennino (un oboe popolare dal suono dolce e potente) e la zampogna del Sannio (dove la zampogna nacque, in epoca pre-romana).

Accanto ad essi Gazich ha inserito una strumentazione classica (violino, viola, pianoforte, violoncello) e contemporanea (batteria, chitarra elettrica e basso), in un incontro di geografie ed epoche differenti che contamina fra loro la musica tradizionale, quella colta italiana e quella del mediterraneo.

Alla Sala Estense Estense Gazich (voce, violino, viola) sarà accompagnato da Marco Lamberti (chitarra acustica, elettrica, bouzouki, seconda voce). Insieme a lui ripercorrerà la Via del sale animato da quello spirito di nomadismo artistico e di ricerca costante che è la caratteristica essenziale di Michele Gazich e il suo violino: incarnazione contemporanea dell’ebreo errante.

Michele Gazich è musicista, produttore artistico, autore, compositore, scrittore di canzoni. Attraverso le sue canzoni, Gazich è portatore di una visione totale della musica, insieme arcaica e contemporanea: come la sua voce, come il suo violino, strumento della più alta speculazione intellettuale, e al contempo fieramente popolare.

Michele Gazich opera professionalmente nel mondo della musica dall’inizio degli anni novanta, attraverso significativi e ripetuti tour in italia, Europa e Usa. Numerosissime le collaborazioni: cantautori italiani e singer-songwriters statunitensi (tra cui Michelle Shocked a Mary Gauthier, da Eric Andersen a Mark Olson); orchestre; spettacoli teatrali; performances di poeti; colonne sonore cinematografiche; università e conservatori italiani ed esteri.
Michele Gazich, ad oggi, ha collaborato a più di cinquanta album, e otto a suo nome.

Artista sempre in viaggio, ogni anno più di cento concerti lo conducono in luoghi sempre diversi e sempre nuovi. Una dimensione di nomadismo artistico e di ricerca costante, che è diventata esistenziale. Michele Gazich, sempre con il suo violino: incarnazione contemporanea dell’ebreo errante.

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