Goro
25 Ottobre 2016
Il vescovo incontrerà le 12 donne respinte. "Ci siamo offerti per soluzioni di emergenza, qui sta la fraternità"

Profughi a Gorino, Negri: “Ripugna la coscienza”

di Redazione | 2 min

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Prima ha provato a fuggire dai carabinieri in auto poi, dopo essere uscito di strada, a piedi. È quanto accaduto nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 17 aprile, quando una pattuglia dei militari di Goro ha notato una Volkswagen Golf guidata da un uomo che stava girando ad alta velocità per le vie del paese

municipale-1Gorino. L’arcivescovo Luigi Negri si recherà a far visita ai profughi respinti a Gorino per manifestare la vicinanza e la fraternità della chiesa locale che ha seguito in queste ore la loro odissea.

Con questo incontro la chiesa di Ferrara-Comacchio intende dimostrare di essere “vicina a coloro, donne e bambini in particolare, che hanno vissuto sul nostro territorio una notte così difficile e ostile, che ripugna alla coscienza cristiana”.

Sono parole dure quelle usate dal monsignore per definire le barricate messe in piedi ieri sera dagli abitanti di Goro e Gorino per bloccare l’arrivo di 12 donne richiedenti asilo nel paese. Negri lascia quindi trapelare la solidarietà ai migranti ‘cacciati’ e una condanna ai residenti per un gesto descritto appunto come ripugnante.

La Caritas Diocesana, definita la “massima espressione della cura ecclesiale per ogni forma di povertà”, “ha costantemente collaborato con le istituzioni civili per far fronte alle grandi emergenze di questi giorni – ricorda Negri – anche offrendosi, nella serata di ieri, per soluzioni di emergenza”. Ma non solo: “sono state mobilitate anche tutte le realtà associative di ispirazione cattolica, impegnate in uno sforzo che, oggettivamente, sta sempre più investendo una percentuale considerevole delle energie della diocesi”.

Ed è per questo che, secondo l’arcivescovo, “sarà necessario nei prossimi giorni convocare le realtà della chiesa locale impegnate nell’ambito caritativo – come già nel mese di luglio – ad un tavolo con le istituzioni, per valutare le prossime possibili risposte a questa emergenza umanitaria sempre più pressante”. Un’emergenza in cui “l’Arcidiocesi si è sempre schierata in prima fila nell’affrontare ogni richiesta di ospitalità e nel fare tutto quanto era in suo potere. Lo dicono i numeri sugli ospiti accolti e lo dicono le strutture messe in campo”.

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