Discriminazione a scuola. La lezione di Agata
“La parola inclusione non dovrebbe nemmeno esistere”. È una studentessa 14enne a parlare davanti alle autorità e a 400 studenti, insegnanti e formatori
“La parola inclusione non dovrebbe nemmeno esistere”. È una studentessa 14enne a parlare davanti alle autorità e a 400 studenti, insegnanti e formatori
Ssabato 8 novembre si è tenuto un seminario pubblico al Teatro Off, organizzato in occasione del 130° anniversario di Assostampa Ferrara, per gettare di nuovo luce sulla figura della giornalista, fondatrice del primo quotidiano socialista dedicato completamente alle donne: “Eva”
Ferrara si conferma nel 2025 la provincia emiliano-romagnola con i mutui più contenuti e gli immobili di minor valore medio. Secondo i dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, l’importo medio richiesto nel territorio estense è di 119.638 euro, il più basso della regione, a fronte di un valore medio degli immobili di 178.355 euro, anch’esso ultimo in classifica
Nonostante un aumento dei costi, Ferrara si conferma - stando ai dati raccolti ad agosto 2025 - la provincia più economica dell’Emilia-Romagna per quanto riguarda l’assicurazione Rc auto
Giovedì 14 novembre alle ore 17:30, presso il Circolo dei Negozianti all’interno dello storico Palazzo Roverella, si terrà un evento gratuito dal titolo “Cancro: l’esperienza del malato e del familiare”
“Gli immigrati? Ospitali a casa tua”. Uno dei cavalli di battaglia preferiti dai detrattori dell’accoglienza è diventato realtà. Perché da oggi è davvero possibile ospitare i profughi nella propria abitazione. Stiamo parlando del progetto Vesta, partito in questi giorni a Bologna e presentato oggi al Festival di Internazionale in una biblioteca Ariostea gremita di pubblico.
Il programma di accoglienza dei rifugiati in famiglia, “o anche single e coppie che si riconoscano nel concetto di famiglia”, è “aperto a tutti” come spiegato da Federico Tsucalas, responsabile della cooperativa Camelot che gestisce il progetto e segue tutto il periodo dell’accoglienza in casa “che va da sei a nove mesi, al termine del quale le persone accolte dovranno inserirsi in autonomia nella società”.
Chiunque può candidarsi tramite la piattaforma online e, se supera la valutazione relativa alla disponibilità del luogo e del contesto famigliare, seguirà un corso di formazione per apprendere le nozioni base sull’accoglienza sia per l’aspetto burocratico che per quello psico-culturale. Si procederà poi all’attività di matching, per incrociare le disponibilità delle famiglie alle caratteristiche dei rifugiati, per arrivare alla firma finale del patto di accoglienza tra Camelot, famiglia ed enti locali.
L’inserimento in famiglia è integrato nella rete dello Sprar (sistema italiano di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) sia a livello organizzativo (ne beneficeranno i migranti che hanno già intrapreso un primo percorso di integrazione) che economico (verrà finanziato un contributo alla famiglia pari a 350 euro al mese).
Dall’avvio del processo a Bologna sono state ricevute una settantina di candidature e in questi giorni sono entrati in casa i primi undici ragazzi neomaggiorenni a cui si rivolge principalmente il progetto Vesta. “Non cerchiamo supereroi ma persone normali che vogliano aprire le porte all’accoglienza – sottolinea Tsucalas -. E’ una contaminazione tra il ruolo della cittadinanza e il ruolo del privato sociale, che fa un passo indietro per far sì che anche i cittadini possano partecipare: se ci fossimo solo noi ad occuparcene verremo tacciati di farlo per interesse personale, ma c’è bisogno di tutti“.
Una “accoglienza che viene dal basso“, quindi, con “l’obiettivo di diffondere il più possibile il progetto”. Si presuppone anche a Ferrara, vista la partecipazione tra il pubblico dell’assessore Chiara Sapigni.
All’incontro, intitolato “Che piacere avervi qui” e moderato da Stefania Mascetti di Internazionale, sono stati presentati altri “esempi positivi di accoglienza” nell’ambito dello sport (presente Carlo Balestri di Uisp nazionale che ha ripercorso il successo dei “mondiali antirazzisti”) e dello studio. Su quest’ultimo punto si è dilungata Alessandra Annoni, docente di diritto europeo dell’immigrazione a Unife, che ha illustrato il bando istituito dall’ateneo estense per i titolari di protezione internazionale.
La borsa di studio, che comporta l’esonero delle tasse universitarie e un contributo di 15mila euro, è stata vinta da Mervat Sayegh, giovane profuga siriana arrivata in Italia a febbraio grazie ai corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio e ora iscritta alla Facoltà di Lettere dell’Università di Ferrara. “Grazie a Unife per aver capito che non vogliamo solo cibo e letto ma vogliamo vivere – commenta Sayegh con un italiano praticamente impeccabile -. Anche se abbiamo vissuto in paesi di guerra non vuol dire che non siamo uomini: quello che è vissuto è passato, non lo posso dimenticare ma penso al mio futuro”.
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