Attualità
13 Agosto 2016
L'avvocato Bova: "Mi ha detto lui stesso di aver visitato quei siti internet, ma da qui a definirlo persona pericolosa ce ne passa"

Tutti i dubbi del legale di Hidri

di Redazione | 2 min

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Alberto Bova“Secondo me a suo carico non c’è nulla, se no sarebbero state applicate misure coercitive”. È fiducioso sul futuro ricorso al Tar del Lazio l’avvocato Alberto Bova, legale di Sajmir Hidri, il cittadino albanese espulso dal ministro Alfano in quanto considerato vicino all’Islam radicale.

“Che abbia effettuato l’accesso a questi siti me lo ha detto lui stesso” osserva Bova, riferendosi ai siti sulla jihad vicini alla propaganda dell’Isis che costituiscono una parte delle prove a carico di Hidri, “ma da qui a dire che è una persona pericolosa ce ne passa: a questo punto la polizia postale dovrebbe oscurarli quei siti se davvero hanno funzione di propagandare il fondamentalismo islamico”.

Ma i dubbi vanno anche oltre, ovvero sull’espulsione in sé: “Non credo nemmeno che sia un provvedimento che ne attenua l’ipotetica pericolosità: lui è all’estero a piede libero e può fare tutto quello che faceva in Italia, basta accendere un computer”.

“Ovvio comunque che stiamo parlando di misure preventive – osserva ancora Bova -, ma anche su questo aspetto, torno a chiedermi perché sia stato fermato al check-in dell’aeroporto di Verona quando bastava lasciarlo andare in Albania e revocargli il permesso di soggiorno. Non credo nemmeno che sia un indizio sufficiente avere la barba lunga – conclude -, anzi, è un connotato che ti rende visibile, identificabile: se uno deve operare nell’ombra credo che cerchi di far di tutto per non essere riconoscibile”.

Perché il ministero ha espulso Sajmir Hidri

Hidri non stava progettando attentati

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