Cronaca
6 Agosto 2016
Strascichi nella turbolenta vicenda di Villa Modoni. Fra i denunciati anche Nicola Lodi. Diatribe legali fra proprietà e gestori della locanda

Caso migranti a Gaibanella, partono le querele

di Mauro Alvoni | 3 min

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Avrà uno strascico legale la vicenda legata ai migranti che avrebbero dovuto essere ospitati tramite Coop Camelot ne Il gatto e la luna club a Gaibanella. E’ stata infatti depositata ieri mattina una denuncia-querela nei confronti di alcune delle persone che hanno protestato all’arrivo nella villa del camion di Camelot che avrebbe dovuto iniziare ad allestire la locanda per i richiedenti asilo, inducendo la stessa Camelot a richiamare indietro il mezzo. Si tratta di uno dei proprietari della villa, Alberto Minghini, della moglie Patrizia Anteghini, e degli esponenti della Lega Nord Nicola Lodi e Francesco Marangoni. Quest’ultimo sarebbe anche l’autore del video, postato sul proprio profilo Facebook, che ha documentato l’azione di protesta e il ‘dietrofront’ del camion, che riportiamo anche in fondo all’articolo. A quanto si apprende le accuse contenute nella querela riguardano le ipotesi di reato di violenza privata, interferenze illecite nella vita privata (probabilmente per via dei filmati diffusi su internet) e violazione di domicilio.

E’ l’ultimo atto – ma potrebbero essercene ulteriori – di una vicenda che da qualche giorno sta tenendo banco e che sembra complicarsi ogni ora, sia a livello politico che, appunto, legale. E a proposito di vicende legali, dopo le precisazioni a Estense.com della Gbs (Global Business Service) società conduttrice della locanda – attraverso le parole dell’amministratrice Laura Piazzi e del marito Luigi Iannaccone che hanno spiegato come, nonostante la Locanda sia stata pignorata e messa all’asta, il contratto d’affitto stipulato con la proprietà rimanga valido a tutti gli effetti e non sia stato rescisso come affermato da Minghini (proprietario del piano superiore della villa) – è il legale della società Le Robinie srl (titolare della locanda), avvocato Carlotta Occari, a replicare che “il proprietario (Minghini, ndr) non mente”, in quanto “ha contestato e contesta la convenzione con Camelot proprio sulla base del contratto di locazione che prevede il divieto di sublocazione e cessione dell’immobile, anche parziale, se non autorizzato per iscritto”. “Globale Business Service – aggiunge l’avvocato Occari – avrebbe dovuto chiedere il consenso scritto del Custode (giudiziario, essendo l’immobile pignorato, ndr), previa autorizzazione del Tribunale”. Inoltre “si contestano e si respingono le accuse di azioni vessatorie e si nega alcuna responsabilità in ordine all’interruzione dell’attività di circolo; se interruzione c’è  stata è avvenuta per mano delle Istituzioni e non di certo da parte di Minghini. Se “la parte ricettiva non è  stata mai avviata” non è  un fatto addebitabile a Minghini. Per quanto riguarda le altre accuse, sono talmente senza fondamento che si smentiscono da sole. La signora Piazzi afferma di aver ricevuto una richiesta di supporto di emergenza per i profughi da parte di Camelot che invece afferma di aver ricevuto una proposta di convenzione da parte di Global  Business Service: le due versioni contrastano. Si vedrà  chi dice la verità”.

“Nessuna sublocazione – replica Luigi Iannaccone – si tratta di una convenzione, remunerata a forfait, per l’utilizzo delle camere. L’azienda Camelot stipula normalmente convenzioni anche con aziende ricettive, come gli hotel, per la sistemazione dei richiedenti asilo. Non si tratta quindi di sublocazione, né tantomeno di cessione. La locanda ha sette camere e la convenzione riguarda sei di queste. Una camera, fra l’altro, è già occupata da un avventore al quale abbiamo chiesto se avesse nulla in contrario sulla presenza dei migranti nelle stanze vicine, il quale ci ha risposto che per lui sarebbe stata anzi occasione di scambiare quattro chiacchiere e di arricchimento culturale”.

Iannaccone ha voluto inoltre precisare che descrivere la villa come un immobile “a 5 stelle” con piscina e jacuzzi è fuorviante: “Non c’è nessuna jacuzzi – sostiene – e inoltre la piscina è abbandonata a se stessa, ci sono rospi, ragni e focolai di zanzare, insomma è un acquitrino. Ed è da due anni che non funziona”

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