Portomaggiore. Il Prc di Portomaggiore andrà avanti sulla battaglia per i malati di Alzheimer, affinché i ricoveri siano a totale carico del Ssn e non del paziente o dei suoi familiari. Lo assicura il segretario del circolo “A. Gramsci” e capogruppo del Gruppo Misto di Portomaggiore Giovanni Tavassi, insoddisfatto delle risposte date dall’amministrazione nell’ultimo consiglio comunale del 28 luglio.
“Ci aspettavamo, dalla risposta in consiglio, un impegno maggiore dell’amministrazione verso la regione Emilia Romagna anche per arrivare al fondo di sostegno – spiega il consigliere – e, invece, l’assessore Vacchi ha dato una risposta del tutto inconcludente, che fa riferimento alla legge regionale che già conosciamo, e di portare la richiesta dell’interrogazione al tavolo dei piani di zona”.
Eppure “nel nostro territorio la popolazione sta invecchiando – nota Tavassi – e ci saranno sempre più casi di persone affette da Alzhaimer, Parkinson o allettati che non possono ricevere le cure a casa propria e devono, giocoforza, rivolgersi alle strutture Rsa o Case di riposo attrezzate per la somministrare delle cure e l’assistenza adeguata”.
Non mancano le critiche al sindaco Minarelli che ha detto che “il suo mandato è un governo di comunità”: “Facciamo presente che per comunità s’intende tutta e non solo qualcuno e, principalmente si guardano i casi sociali e si cerca in tutti i modi di trovare una soluzione, per evitare che oltre alla malattia ci sia la beffa, come è successo nel caso di Portomaggiore, dove una paziente ricoverata in struttura per Alzheimer dopo 8 mesi è deceduta e al coniuge è arrivata la degenza da pagare, di diverse migliaia di euro”.
“Cause già vinte in Italia hanno dato ragione ai ricorrenti – ricorda il consigliere comunale – perché dove c’è la malattia conclamata è il Ssn che se ne deve fare carico, sia per le cure che per la degenza. Andremo avanti, anche perché ci vengono segnalati che in alcune strutture fanno sottoscrivere un contratto (anche in questi casi di Alzheimer conclamato), che non ha nessun valore di legge, fra i parenti del ricoverato e la struttura per quanto riguarda il pagamento della degenza”.
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