Infiltrazioni mafiose. In Consiglio comunale solidarietà unanime a Copma
Solidarietà unanime a Copma del Consiglio comunale di Ferrara che ha votato la mozione presentata da Francesco Rendine (Civica Fabbri)
Solidarietà unanime a Copma del Consiglio comunale di Ferrara che ha votato la mozione presentata da Francesco Rendine (Civica Fabbri)
"Che palle!". È l'esclamazione della consigliera di Forza Italia Diletta D'Andrea durante la dichiarazione di voto sulla mozione "R1PUD1A" di Emergency, presentata dai gruppi di opposizione. La maggioranza respinge una mozione che chiedeva al Comune di Ferrara di aderire a una campagna nazionale per riaffermare il ripudio della guerra previsto dalla Costituzione
Novità in arrivo per i turisti che scelgono di visitare Ferrara. Il periodo imponibile dell’imposta di soggiorno verrà esteso, a partire dal 2026, da 5 a 7 notti
Fuggi fuggi all'IIS Einaudi di via Savonarola dove, intorno alle 9.30 di lunedì 24 novembre, qualcuno ha spruzzato dello spray al peperoncino, creando panico e paura tra insegnanti, studenti e personale scolastico, tanto da dover far intervenire i carabinieri e i sanitari del 118
Quattro mesi di condanna. Sono quelli che il giudice del tribunale di Ferrara ha inflitto a un 24enne ferrarese, che era finito a processo con l'accusa di sostituzione di persona, dopo aver rubato le foto della propria professoressa 48enne e averle scambiate via WhatsApp, senza che la donna ne sapesse nulla
di Silvia Franzoni
La mostra ‘1866 – I 20 giorni di Ferrara capitale’ è piccola e la si contiene in una sola sala, quella del Museo del Risorgimento e della Resistenza. Ma le dimensioni non rendono la sua grande importanza: l’allestimento ha un’anima propria – “merito di Elena Ferraresi” precisa Antonella Guarnieri, responsabile del Museo – e i tanti documenti esposti sono prestiti e donazioni di privati cittadini, a testimoniare “un’unione con la città che, a fronte di pochi fondi – continua Guarnieri – rende possibile qualcosa di speciale”.
La terza guerra d’indipendenza, il 1866, la battaglia di Custoza e quei venti giorni “dal 12 luglio 1866 in cui Vittorio Emanuele II fu accolto in città e soggiornò a Palazzo Sacrati”: è di questo che trattano gli encomi e le lettere tratte da soffitte e tramandate da generazioni che trovano ora posto nelle teche del Museo. È proprio il curatore Luigi Davide Mantovani a darne spiegazione nella suo presentare le acquisizioni: ci sono berretti garibaldini e puntali di bandiera, ci sono carteggi intimi e la firma autografa dell’Eroe dei due mondi, ci sono riviste italiane e straniere, autentiche o in riproduzione, di satira e di cronaca, per restituire a Ferrara un momento non particolarmente conosciuto della sua storia.
“Furono circa 850 i volontari garibaldini ferraresi – evidenzia Mantovani – e il dato antropologico imprescindibile che li caratterizzava era l’audacia e la giovinezza: in questi documenti riecheggiano le ombre dei generali e di un Re galantuomo che non ha saputo governarli, sullo sfondo una mezza sconfitta, quella di Custoza, e il grande ardore di quei giovanissimi del popolo che vi combatterono”. Lo slancio e l’impeto rivoluzionario che portò all’unità nazionale porta dunque anche il nome di molti ferraresi: sono citati in una lista all’entrata della Mostra, e tra questi vi si potrebbe nascondere il nome di un proprio avo che, pieno di grandi speranze, partì per fare l’Italia.
La mostra – fruibili dal 9 al 31 luglio, dal martedì alla domenica negli orari 9.30-13 e 15-18 – è dedicata alla memoria della scrittrice recentemente scomparsa Gianna Vancini.
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