Eventi e cultura
10 Luglio 2016

Quando Ferrara fu capitale (nel 1866)

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Insultate e minacciate dopo la discoteca: il video-denuncia fa il giro del web

Una serata di svago si è trasformata in un incubo per quattro ragazze di Ferrara, aggredite verbalmente e minacciate da un gruppo di uomini all’uscita di una discoteca. Le giovani sono riuscite a documentare l’accaduto avviando la videocamera del cellulare e ha registrato l’intera scena. Il video, pubblicato su TikTok, è diventato virale

Fermato con hashish e 500 euro in contanti: denunciato 38enne in Gad

Nel pomeriggio di mercoledì 7 maggio scorso, durante un controllo sulle Mura del viale IV Novembre, gli agenti dell'Unità Cinofila della Polizia Locale Terre Estensi hanno denunciato in stato di libertà un cittadino di origini nigeriane per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente

di Silvia Franzoni

La mostra ‘1866 – I 20 giorni di Ferrara capitale’ è piccola e la si contiene in una sola sala, quella del Museo del Risorgimento e della Resistenza. Ma le dimensioni non rendono la sua grande importanza: l’allestimento ha un’anima propria – “merito di Elena Ferraresi” precisa Antonella Guarnieri, responsabile del Museo – e i tanti documenti esposti sono prestiti e donazioni di privati cittadini, a testimoniare “un’unione con la città che, a fronte di pochi fondi – continua Guarnieri – rende possibile qualcosa di speciale”.

La terza guerra d’indipendenza, il 1866, la battaglia di Custoza e quei venti giorni “dal 12 luglio 1866 in cui Vittorio Emanuele II fu accolto in città e soggiornò a Palazzo Sacrati”: è di questo che trattano gli encomi e le lettere tratte da soffitte e tramandate da generazioni che trovano ora posto nelle teche del Museo. È proprio il curatore Luigi Davide Mantovani a darne spiegazione nella suo presentare le acquisizioni: ci sono berretti garibaldini e puntali di bandiera, ci sono carteggi intimi e la firma autografa dell’Eroe dei due mondi, ci sono riviste italiane e straniere, autentiche o in riproduzione, di satira e di cronaca, per restituire a Ferrara un momento non particolarmente conosciuto della sua storia.

“Furono circa 850 i volontari garibaldini ferraresi – evidenzia Mantovani – e il dato antropologico imprescindibile che li caratterizzava era l’audacia e la giovinezza: in questi documenti riecheggiano le ombre dei generali e di un Re galantuomo che non ha saputo governarli, sullo sfondo una mezza sconfitta, quella di Custoza, e il grande ardore di quei giovanissimi del popolo che vi combatterono”. Lo slancio e l’impeto rivoluzionario che portò all’unità nazionale porta dunque anche il nome di molti ferraresi: sono citati in una lista all’entrata della Mostra, e tra questi vi si potrebbe nascondere il nome di un proprio avo che, pieno di grandi speranze, partì per fare l’Italia.

La mostra – fruibili dal 9 al 31 luglio, dal martedì alla domenica negli orari 9.30-13 e 15-18 – è dedicata alla memoria della scrittrice recentemente scomparsa Gianna Vancini.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com