Roberto Nicastro e Giovanni Capitanio

Oltre 4 milioni finiti nelle tasche di chi ha traghettato la Carife lungo i due anni e mezzo della amministrazione straordinaria, da maggio 2013 a novembre 2015, fino al tristemente noto giorno 22.

Sono le cifre uscite da notizie di stampa che, se confermate, farebbero calare in un “incredulo sconcerto” le organizzazioni sindacali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Ugl Credito, Uilca. “Da 3,86 milioni di euro – aggiungono le OOSS – i compensi stabiliti ai “dirigenti con responsabilità strategica” in Carife nel periodo commissariale, salgono ad oltre 4 mln se si considerano anche i membri del comitato di sorveglianza; peraltro, non tengono conto né dei rimborsi, né dei compensi agli amministratori e membri comitato di sorveglianza della controllata Commercio e Finanza”. Pallottolliere alla mano, considerato il costo del personale Carife a fine 2015, “significa con accettabile approssimazione che una manciata di persone, pari al cinque o sei per mille degli addetti, ha pesato sul costo del personale per circa l’8 per cento”.

Considerato invece che a Ferrara c’è una popolazione di 32mila risparmiatori che, tra 4mila sottoscrittori di obbligazioni subordinate e 28mila azionisti, ha perso qualcosa come 160 milioni di euro, ecco che ce n’è abbastanza secondo i sindacati per prendere carta e penna e scrivere a Bankitalia e al presidente delle quattro Good Banks Nicastro. Una lettera aperta in cui si ricorda a Nicastro che già lo scorso 12 febbraio le stesse sigle avevamo scritto una lettera, “nella quale auspicavamo, in ottica di condivisione degli oneri, che parte dei compensi degli amministratori di Carife fossero destinati a parziale ristoro sia dei risparmiatori danneggiati sia dei dipendenti in “cassa integrazione” (le giornate di solidarietà). Tale proposta fu liquidata alla stregua di una provocazione”.

Ma se quella venne battezzata come una provocazione, allora “apprendere la misura di questi compensi suona come uno schiaffo ulteriore alla città, ai risparmiatori ed ai dipendenti della banca”.

“Se confermato, il dato sui compensi – chiude la lettera – suonerebbe come una intollerabile provocazione, questa sì, ed infliggerebbe un ulteriore colpo all’ immagine di imparzialità e sobrietà che dovrebbe essere associata all’organo di vigilanza bancaria. Vi chiediamo quindi di fornirci formali chiarimenti in merito, e ribadiamo in ogni caso la richiesta di redistribuzione dei compensi da noi formulataVi nel febbraio 2016. Rimaniamo in attesa di sollecito riscontro”.