Politica
3 Luglio 2016
Maisto: "Dobbiamo essere meno timidi sui diritti", Marattin: "Una democrazia consapevole migliorerà le cose"

Destra e sinistra? “Le differenze ci sono ancora”

di Redazione | 2 min

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image-01-07-16-20-09-1di Mattia Vallieri

La cultura e la visione della destra e della sinistra ai tempi della grande astensione, della diffidenza degli elettori verso i partiti tradizionali e dei movimenti senza appartenenza politica che raccolgono invece grande consenso nella popolazione. Di questo si è discusso alla sala dell’Arengo nell’incontro pubblico organizzato da Pluralismo e Dissenso dal titolo ‘Cos’è la destra, cos’è la sinistra?’, citazione di una famosa canzone di Giorgio Gaber.

“Il fenomeno come il Movimento 5 Stelle e altre forze come questa hanno delle cause che vanno analizzate” introduce Mario Zamorani, spiegando che “i partiti hanno la responsabilità di assorbire queste proteste perché per molti oggi non è più tempo di destra contro sinistra, ma è in corso una lotta tra generazioni (il caso Brexit come testimonianza), tra nazionalisti e internazionalisti e tra chi ha paura del nuovo e chi lo organizza”.

La parola passa al vicesindaco Massimo Maisto, secondo cui “oggi le risposte non le riesce a dare nessuno, sbaglia però chi dice che non esiste più la destra e la sinistra, la differenza rimane chiara ma non va osservata solo evidenziandola e rimarcandola storicamente e per questo abbiamo bisogno dei giovani”. È lo stesso assessore alla cultura ad analizzare la situazione attuale della sinistra e i valori su cui ripartire e distinguersi dalla destra: “Dobbiamo essere molto meno timidi sui diritti, contro i nazionalismi, sull’equità e sull’ambientalismo – dichiara Maisto -. Continuo a pensare che la sinistra debba dare risposte di sicurezza in senso più ampio da chi chiede l’esercito, puntando sulla cultura contro chi fa leva sulle paure dei cittadini”.
A dare un punto di vista europeo è Luigi Marattin, consigliere economico della presidenza del consiglio: “Nel nostro continente abbiamo assistito a cicli politici molto volatili e il rapporto tra destra e sinistra ha iniziato ad essere meno netto dopo gli anni ’90, a seguito della caduta del muro di Berlino e la globalizzazione”.
“Continuo a credere nella distinzione tra destra e sinistra e ad un’uguaglianza di opportunità ma alcune scelte di chi si dichiara di sinistra mi lasciano perplesso, come chi ha polemizzato sulle politiche del governo sull’università o sul DDL per combattere la povertà ad esempio” afferma Marattin, secondo cui il vero spartiacque in futuro sarà “la democrazia consapevole che migliorerà sia la domanda che l’offerta, in un mondo aperto sia sull’economia che sulla legalità, perché reprimere l’illiceità è segno di civiltà: il problema è che la destra si ferma lì, la sinistra invece (come a Ferrara) alla repressione unisce una politica integrativa”.

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