Gli Statuto saranno in concerto a Ferrara questa sera, sabato 2 luglio alle 21, per chiudere in musica la Festa della Fiom in piazza XXIV Maggio. Un gradito ritorno in città per la band torinese che ha fatto la storia dello ska italiano.
Di questo appuntamento e del loro nuovo tour per promuovere il loro ultimo lavoro discografico, “Amori di Classe”, ne abbiamo parlato direttamente con Oscar Giammarinaro (Oskar), Giovanni Deidda (Naska), Ennio Piovesani (Teen Mod) e Alex Loggia (Bumba) .
Oggi sarete a Ferrara per esibirvi alla Festa della Fiom. Che ricordo avete della città dopo la partecipazione al Reload Music Festival e al concerto Musica per Federico Aldrovandi, entrambi nel 2014?
A Ferrara suoniamo molto spesso ed è sempre un vero piacere tornarci. Suonare per ricordare Aldro è stata per noi un’emozione enorme e crediamo che la sua triste vicende e il coraggio nel chiedere giustizia della sua famiglia sia punto di riferimento per tante storie drammaticamente simili in Italia.
Il vostro spettacolo chiuderà la Festa della Fiom. Cosa vi aspettate da questo appuntamento? Perché avete deciso di sostenere con la vostra musica il sindacato dei metalmeccanici?
Negli ultimi anni abbiamo suonato più a feste della Fiom in varie parti del Nord Italia ed è sempre stato divertente e gratificante. In un momento in cui i partiti non da alcun riferimento né, tantomeno, risposte politiche alle necessità dei lavoratori ricattati e sfruttati, dei disoccupati, realtà sindacali come la Fiom restano uno dei pochi baluardi a difesa della classe proletaria, strato sociale non solo ancora esistente, ma sempre più consistente e in difficoltà.
Dopo oltre 30 anni di carriera e 15 album all’attivo, avete deciso di pubblicare il vostro primo ed unico concept album “Amori di Classe”. Quali sono le motivazioni che vi hanno portato a questa scelta?
“Amore di classe” è composto da 12 canzoni che sono come 12 puntate di una fiction che raccontano una storia d’amore impossibile tra un adolescente di famiglia operaia e un’adolescente dell’alta borghesia, e nello scorrere della stria emergono aspetti importanti per chi vive la metropoli dal basso come noi, come la lotta al razzismo, la disoccupazione, il diritto alla scuola pubblica. Abbiamo voluto esprimere i nostri concetti utilizzando una forma diversa, quella di un racconto, su musica composta certosinamente composta da noi e ultrarrangiata e prodotta da Max Casacci.
Il vostro ultimo lavoro discografico sarà incentrato, come sempre, sullo stile mod. In che modo è cambiata negli anni questa subcultura giovanile?
Il Modernismo non è una “sub” cultura, ma una cultura spontanea che si vive in strada. Nata a fine anni ’50, è la prima cultura che ha fuso insieme caratteristiche sociali, artistiche ed estetiche di etnie afroamericane, giamaicane ed europee. Sempre cercando di trovare il meglio prima degli altri, il Modernismo ha saputo evolversi negli anni, risultando oggi più che la migliore soluzione di vita in un sistema che non ci piace affatto.
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