Attualità
27 Giugno 2016
Il sacerdote denuncia il raggiro in una lettera diretta a chi gli ha rubato l'identità

Impostore imita la voce di don Bedin per truffare i preti

di Redazione | 2 min

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don Domenico Bedin

Don Domenico Bedin

“Salve, sono don Bedin e la chiamo per raccogliere fondi per salvare una famiglia dallo sfratto”. E’ questa la chiamata che hanno ricevuto tanti preti di Ferrara e provincia, ma dall’altra parte della cornetta non c’era davvero il sacerdote ferrarese e presidente dell’associazione Viale K.

Le chiamate sono state fatte da un impostore che imita molto bene la voce di don Bedin, tanto da essere riuscito a truffare diversi parroci che avevano aperto il cuore e il portafogli alla presunta causa. Un calvario che va avanti da più di venti giorni e che è stato denunciato dallo stesso don Bedin in una lettera aperta a chi gli ha rubato l’identità.

Le telefonate ai preti della città estense e dintorni sono partite a inizio giugno. Ma si è già riusciti a risalire all’identità di chi ha messo in piedi questa truffa: il conto postepay su cui il fasullo prete chiedeva di versare immediatamente il denaro – dai mille a 2mila euro per aiutare una famiglia in difficoltà – è intestato a C. Perini, già condannato per aver raggirato l’anziano parroco di Sabbioncello, che promette poi di restituire la somma nel giro di un giorno o due.

Tanti i confratelli che, per buona fede, sono stati ingannati dalla somiglianza della voce e sono caduti nella trappola. Più di uno ha versato 600, 1000 e anche 2000 euro. Altri invece hanno scoperto l’imbroglio e hanno avvisato il vero don Bedin.

“Ancora non sei stato preso e riportato in carcere. Presto questo avverrà e poi ci vedremo e allora ti metterai a piagnucolare e magari mi chiederai di darti un’altra possibilità” si sfoga il don che conosce personalmente chi lo perseguita, avendogli dato l’opportunità di uscire dalla casa circondariale in misura alternativa.

“Finiscila e consegnati: magari è la prima volta che fai una cosa da uomo” incita il sacerdote che invita i confratelli a leggere “quella frase del Vangelo che suggerisce di far sudare la moneta nella mano prima di darla in carità”. “Detto da me poi…” ironizza il don che conclude: “Comunque vi voglio bene perché mai avrei pensato di avere tanta solidarietà e amicizia”.

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