Cronaca
8 Giugno 2016
Entro giovedì la convalida da parte del gip del fermo a carico del carabiniere in servizio A Cento (ma in congedo) Salvatore Ciammaichella

Omicidio del Po, interrogatorio per il maresciallo

di Redazione | 2 min

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(immagine dal profilo Facebook di Ciamaichella)

(immagine dal profilo Facebook di Ciamaichella)

L’accusa è quella di omicidio aggravato, sottrazione di bancomat e porto abusivo di arma. Entro giovedì mattina il gip emetterà l’ordinanza sulla eventuale convalida o meno del fermo a carico di Salvatore Ciammaichella, il maresciallo dei carabinieri sospettato, insieme alla compagna -Monia Desole -, di aver ucciso il barista Antonio Piombo nell’area golenale di Canaro, il cui corpo è stato trovato privo di documenti il pomeriggio del 27 maggio.

Martedì si è tenuto infatti l’interrogatorio di garanzia, con il militare in forze nei militari di Cento (ma in congedo per malattia da lungo tempo) che è stato sentito dal giudice, assistito dall’avvocato Alessandro Falzoni del foro di Ferrara, e per il quale il pm ha chiesto la convalida del fermo che, stanti i tempi della procedura, dovrà arrivare entro giovedì mattina.

Secondo gli inquirenti, Ciammaichella – 44 anni, romano, laureato in scienze politiche, giurisprudenza e criminologia – la notte tra il 26 e il 27 maggio avrebbe usato la sua pistola personale, una Mauser calibro 7.65 per uccidere Piombo. Ad incastrare lui e la compagna (originaria del Pavese, residente a Cento ma che viveva con il militare a Frassinelle Polesine) ci sarebbero le immagini di alcune videocamere di sorveglianza che avrebbero ripreso gli spostamenti della sua auto – una Peugeot 307 – in tour per alcuni bancomat di Bologna e Finale Emilia, dove una donna avrebbe prelevato qualche centinaio di euro usando il bancomat di Antonio Piombo. Altri indizi parrebbero essere contenuti in decine di intercettazioni telefoniche.

C’è poi la questione dell’auto di Piombo – una Fiat Punto – portata via dal luogo del delitto e abbandonata 15 km più lontano e ritrovata a Guarda Veneta. Sulla vettura si sono concentrati i Ris di Parma e ci sarebbero le immagini di alcune telecamere che avrebbero visto l’auto prendere la Destra Po e dirigersi verso la golena con a bordo Piombo, e uscire circa un’ora e mezzo dopo con a bordo una persona diversa. Dietro ci sarebbe stata un’altra vettura: la Peugeot intestata al maresciallo, guidata da una donna.

Forse un tentativo di depistaggio: derubare Piombo dopo averlo ucciso, spostare la sua auto dal luogo del delitto, effettuare prelievi tutto sommato modici con il suo bancomat in diverse città per far pensare a una rapina finita male.

Al momento – va sottolineato – si tratta solo di ipotesi accusatorie. Con al decisione del gip si saprà se gli indizi e il quadro probatorio a carico della coppia sono così solidi per confermare o meno la misura coercitiva in carcere.

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