Attualità
22 Maggio 2016
La tradizionale cerimonia del Giuramento quest’anno ha voluto celebrare il cinquecentenario dalla prima edizione dell'opera di Ariosto

Le ottave del Furioso risuonano in piazza Municipale

di Redazione | 3 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

di Marcello Celeghini

Sono risuonate in una piazza Municipale gremita le ottave del poema ariostesco in occasione della tradizionale cerimonia del Giuramento del Palio sabato sera, quest’anno ribattezzata ‘Tra terra e luna, gli sguardi di Ariosto: storie, miti e personaggi nella Ferrara del Furioso’ proprio per celebrare il Poema di Ludovico Ariosto nell’anno del cinquecentenario della sua prima edizione. Tutte le rappresentazioni delle otto contrade più la corte ducale hanno portato in scena canti del Furioso o comunque scenette che avevano come perno l’Opera di Ariosto.

Come ogni anno, prima della cerimonia del Giuramento, il ‘Magnifico Corteo’, composto da oltre 1500 figuranti, ha percorso tutta l’antica Via degli Angeli (Corso Ercole I d’Este) fino al Castello Estense tra due ali di folla ammaliate dalla fedele rievocazione degli imponenti cortei che erano soliti vedersi tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento a Ferrara. Ogni contrada o borgo ha dato il meglio di se per spettacolarizzare al massimo la propria avanzata verso la piazza cercando, in questo modo, di aggiudicarsi il Premio Nino Franco Visentini, premio dall’esito spesso imprevedibile ed incerto.

È stata la Corte Ducale la prima a fare il proprio ingresso in Piazza Municipale trasportando immediatamente il folto pubblico nella Ferrara di inizio Cinquecento dove un Ariosto frustrato dagli impegni di funzionario in Garfagnana, che lo tengono lontano dalla vivace vita culturale della capitale dello stato estense, cerca conforto morale nell’amata Alessandra che, in risposta, gli ricorda la grandiosità del suo poema cavalleresco.

È il Borgo San Giacomo, in qualità di vincitore del Palio dello scorso anno, a dare il via alle danze portando in scena una rappresentazione ispirata al famoso proemio del Furioso tra dame, cavalieri, amori e audaci imprese. Ma i favoriti per l’aggiudicazione dell’ambito premio Nives Casati, sembrano essere Santa Maria in Vado, San Benedetto e San Giorgio. I gialloviola, dominatori incontrastati del premio Casati nelle scorse edizioni, hanno portato in scena la ‘follia’ di Orlando nel momento in cui, nei canti 17-21, scopre i segni del tradimento di Angelica con il saraceno Medoro su alcuni tronchi in un bosco. Lo struggimento psicofisico del protagonista è totale. Emozionante il monologo finale della ‘follia’ che, rivolgendosi direttamente alla piazza, mette a nudo l’ipocrisia di una razionalità umana soltanto apparente. San Benedetto ha narrato invece il IV canto del Furioso dove Ruggero e Bradamante, mitici capostipiti della dinastia estense, sfidano la fortuna e i vari ostacoli per il loro amore, non ultimo il mago Atlante. Molto evocativa anche la rappresentazione del Borgo San Giorgio che parte dal chiacchiericcio di tre letterati coevi all’Ariosto che commentano impietosi la mancanza di una narrazione approfondita sul duello tra Orlando e il saraceno Ferraù sotto le porte della città di Lazèra in Spagna.

Molto significativa la scenetta del Borgo San Luca dedicata alla liberazione, attraverso una cruenta battaglia tra Orlando e i suoi contro dei ladroni, di Isabella, figlia del re di Galizia. Il Rione santo Spirito ha portato in piazza addirittura l’imperatore Carlo Magno intento a scongiurare la presa di Parigi da parte dei mori aiutato da un imponente arcangelo Michele che chiama a se i vizi per mandarli tra le fila dell’esercito nemico. Narratore dell’episodio è l’editore dell’Orlando Furioso, ovvero Giovanni Mazzocchi di Bondeno.  Avventuroso il viaggio di Rinaldo, cugino di Orlando, su di una zattera lungo l’antico corso del Po a solcare molte delle terre del contado ferrarese per celebrarne la bellezza, l’abbondanza, la ricchezza tanto da essere considerate il pregio e il vanto di tutta l’Italia. Protagonista l’imperatore Carlo Magno anche nella rappresentazione del Rione San Paolo che ha inscenato il finale del Poema, ovvero le nozze tra Ruggero e Bradamante funestate prima dall’ira di Marfisa, poi dall’arrivo del mago Rodomonte. Presumibilmente a metà della prossima settimana si saprà chi si aggiudicherà il premio Nino Franco Visentini (miglior Corteo Storico) e Nives Casati (miglior rappresentazione).

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