Cronaca
7 Maggio 2016
Chiesto l'annullamento senza rinvio per la bancarotta fraduolenta da falso in bilancio

Crac Coopcostruttori, il Pg della Cassazione demolisce la sentenza di condanna

di Redazione | 3 min

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Foto di Sergio D’Afflitto|CC BY SA 3.0

Foto di Sergio D’Afflitto|CC BY SA 3.0

“Sorprendente”. Così Lorenzo Valgimigli, difensore di Renzo Ricci Maccarini, numero due di Coopcostruttori commenta la requisitoria del procuratore generale della Cassazione all’udienza sul crac del colosso argentano che smonta il fulcro delle condanne in appello.

Il pg Luigi Orsi ha infatti chiesto l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna in merito alla bancarotta fraudolenta da falso in bilancio per i crac di Coopcostruttori e della figlia minore Cir. “Ha sostenuta la non sussistenza del falso in bilancio né dal punto di vista soggettivo né da quello oggettivo – commenta Valgimigli – e ha chiesto l’annullamento della condanna perché il fatto non sussiste”. Per il difensore di Ricci Maccarini “È una rivoluzione anche rispetto al primo grado dove non era stato rilevato il nesso causale con il dissesto, qui si sostiene anche la non falsità dei bilanci”.

Ma l’opera di decostruzione delle condanne non si conclude qui anche se risulta meno rivoluzionaria: il pg Orsi ha chiesto l’annullamento, questa volta con rinvio, anche per altri capi d’imputazione: quello sulle fatture irregolari per stabilire se e come abbiano avuto un ruolo nel dissesto e quello sulle operazioni dolose e bancarotta societaria da emissione delle Apc.

Chiesto l’annullamento con rinvio però anche delle sentenze su Progresso e Messidoro – le figlie più piccole della Coopcostruttori – per le quali ci fu l’assoluzione degli imputati.

L’unico capo di imputazione per il quale è stata chiesta la conferma è quello relativo alla Spal: “Ha chiesto la condanna per aver finanziato la società pur non essendo stato contestato l’acquisto – spiega Valgimigli -. Il procuratore generale ha ritenuto che nelle particolari condizioni in cui versava sia stata una condotta che ha danneggiato la Coopcostruttori, non qualificandola però come distrazione o falso ma come dissipazione”.

Se Valgimigli dichiara “sorprendente” la requisitoria, la reazione dei rappresentanti delle parti civili non si discosta di molto, anche se genera presumibilmente sentimenti molto differenti: “Siamo sorpresi – dichiara Carmelo Marcello –  avvocato di una parte corposa dei soci e risparmiatori che hanno perso i soldi – ma riteniamo che la sentenza d’appello fosse ben motivata rispetto alla bancarotta societaria da falso in bilancio e cercheremo di difenderla chiedendone la conferma”.

In appello le condanne furono a sei anni l’ex presidente Giovanni Donigaglia e a quattro al suo vice Renzo Ricci Maccarini. Peppino Verlicchi – vicepresidente e responsabile produzione – a 4 anni e 4 mesi, Valentino Ortolani – vice presidente fino al ’97 – a 2 anni (con la sospensione condizionale della pena e non menzione nel certificato penale), Giorgio Dal Pozzo – vicepresidente dal 1997 al 2003- a 2 anni e 4 mesi, Sante Baldini a 2 anni e 4 mesi, Mauro Angelini a 2 anni e 6 mesi – questi ultimi due – componenti del collegio sindacale.

All’udienza, tenutasi nella giornata di venerdì 6 maggio erano presenti anche altri rappresentanti delle parti civili, come l’avvocati Gabriella Azzalli e Irene Costantino, oltre alle difese di Cofiri e dell’Amministrazione straordinaria.

La prossima udienza è fissata per il 19 maggio, quando toccherà alle difese degli imputati e alle parti civili e quando potrebbe arrivare la sentenza.

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