Eventi e cultura
13 Marzo 2016
Spiegata l'iniziazione delle donne tra mito, storia e pensiero

Massoneria femminile, un’esclusione in guanti bianchi

di Redazione | 3 min

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FOTO MASSONERIA 1 (1)di Lucia Bianchini

Donne e riti d’iniziazione. Questo l’argomento della conferenza che si è tenuta sabato pomeriggio nella Sala della Musica di via Boccaleone 19. Durante l’incontro sono intervenuti Stefania Pavan, responsabile del Centro Studi sulla Massoneria, Stefano Mandrioli del Centro Studi Ferraresi, Ambra Galla del Centro Studi sulla Massoneria, Andrea Musi dell’associazione Giordano Bruno di Ferrara, Gabriella Bagnolesi, Grande oratrice della Gran loggia massonica femminile d’Italia e Claudio Bonvecchio, grande oratore del Grande oriente d’Italia, che con un percorso storico hanno rievocato lo stretto legame tra le donne, il mito e i riti d’iniziazione.

Come ha sottolineato Stefania Pavan, “la donna ha da sempre partecipato a riti d’iniziazione”, e Ambra Galla ha riportato un esempio tratto dalla mitologia greca, la storia di Demetra, dea dell’agricoltura e Persefone sua figlia: quest’ultima fu rapita da Ade che la sposa all’insaputa della madre. Demetra quindi assume le sembianze di una vecchia e vaga alla ricerca della figlia, arrivando ad Eleusi, dove scopre del matrimonio di Ade e Persefone, si adira e fa inaridire tutti i frutti della terra. Zeus quindi interviene e decide che Persefone, che dopo il matrimonio, considerato un rito d’iniziazione, non era più Kore cioè fanciulla, sarebbe stata sei mesi nell’Ade, la stagione fredda, e sei mesi con la madre, l’estate.

“I riti eleusini – ha spiegato la relatrice – fanno sì che con la drammatizzazione del mito si sia introdotti alla verità, è troppo riduttivo dire che questo mito illustra solamente l’alternarsi delle stagioni. Gli iniziati arrivano ad accettare e ad esorcizzare la morte, vita e morte sono infatti le due facce della stessa medaglia, questa è la vera essenza dei misteri eleusini”.

Ambra Galla ha proseguito la sua relazione spiegando che ci furono donne che nell’antichità furono iniziate ai misteri esoterici: il Pitagorismo in particolare era aperto alle donne, che potevano raggiungere tutti i gradi dell’iniziazione, tra queste Teano di Crotone, che fu una filosofa che contribuì al pensiero pitagoreo, oppure la matematica Ipazia di Alessandria, fino ad arrivare ad Isabella d’Este Gonzaga , grande appassionata di astrologia.

“Inizialmente le logge massoniche non furono aperte alle donne – ha affermato la relatrice – anche se alcune furono ammesse, come Elizabeth Aldworth, che assistette alle riunioni di nascosto e dovette essere iniziata per giurare il silenzio su quanto sapeva”.

L’intervento di Andrea Musi, dal titolo “Un’esclusione in guanti bianchi”, ha sottolineato quanto l’esclusione delle donne dalle logge massoniche fosse quasi una contraddizione: nel tempio massonico vi sono infatti molti riferimenti femminili, ad esempio la luna, oppure il fatto che ad ogni massone siano donati due paia di guanti bianchi, uno per sé, e uno per la propria “polarità contraria”, la persona che completa spiritualmente. “Garibaldi stesso sosteneva l’ingresso delle donne nelle logge massoniche – ha proseguito Musi- grazie al loro grande intervento nei moti risorgimentali, dalle Cinque giornate di Milano alla Spedizione dei Mille”.

La giustificazione della mancata rappresentanza femminile secondo il relatore è data dal fatto che le donne allora non erano istruite, nonostante esistesse una cultura femminile tramandata di donna in donna, perché si diceva non ci fosse una tradizione di mestiere, che invece è documentata ed infine, per la diceria che non sapessero tenere un segreto. “I riti d’iniziazione massonica maschile insegnano ad affrontare ed esorcizzare la morte, che è una figura femminile – ha concluso Musi – vita e morte sono le due facce della stessa medaglia”.

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