Ferrara, da domani tornano le limitazioni ordinarie al traffico
Le misure emergenziali per la qualità dell’aria attive dal 4 dicembre nel territorio comunale di Ferrara saranno sospese da mercoledì 10 dicembre
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L’albero si è acceso, come da tradizione, nel pomeriggio dell'8 dicembre alle ore 17 davanti alla Cattedrale. La città inaugura il Natale
Ci sarà un ferrarese alla notte degli Oscar. Fred Kudjo Kuwornu porterà il suo documentario We Were Here – The Untold History of Black Africans in Renaissance Europe
"Free Gaza", "Palestina libera". In concomitanza con l'accensione dell'albero di Natale a Ferrara, davanti alla cattedrale, gli attivisti di Ferrara per al Palestina hanno voluto "accendere le luci" anche sulla Striscia ricordando che "non c'è Natale finché cadono bombe"
Scontro frontale nel tardo pomeriggio in via Bonzagni: due donne ferite e trasportate a Cona, disagi al traffico per i soccorsi
Adriana Benetti se ne è andata nel silenzio. Per lei non una parola, un ricordo, un elogio. Solo un necrologio della figlia Caterina che ne annuncia la perdita sulle pagine de La Repubblica. La diva dimenticata degli anni ’40 e ’50 è nata a Ferrara nel 1919 ed è scomparsa a Roma lo scorso 24 febbraio, all’età di 96 anni.
L’oblio dell’attrice estense, i cui funerali si sono tenuti a Sant’Agnese fuori le Mura, è da imputare al suo ritiro dalle scene alla fine degli anni ’50. Di lei non si seppe più nulla fino a cinque giorni fa con la pubblicazione del suo necrologio. Ma Ferrara merita di ricordare una sua concittadina, scoperta da Vittorio De Sica.
A Roma, dove Adriana si trasferì per studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia dopo il diploma presso l’istituto magistrale della città estense, fu proprio De Sica, notandola in una foto per Miss Italia, a farla debuttare sul grande schermo nel 1941 con il film “Teresa Venerdì” nel ruolo di protagonista.
Dall’esordio all’età di soli 22 anni, inizia una carriera folgorante: per la seconda e famosa pellicola, “Quattro passi fra le nuvole” del 1942, fu diretta da Alessandro Blasetti nei panni di una giovane incinta, poi interpretò una cameriera in “Avanti c’è posto” di Bonnard e studentessa in “Quartieri alti” di Soldati.
La maturità artistica arriva nel dopoguerra con, tra gli altri, “O sole mio” di Gentilomo del 1945 e “Tombolo, paradiso nero” del 1947. Nello stesso anno fece scandalo posando in bikini per il settimanale “Tempo illustrato”, per togliersi di dosso l’aura di eterna ingenua che la contraddistinse nei suoi film e che la rese molto celebre anche fuori dall’Italia. Nel 1950 fu inoltre partner di Totò in “47 morto che parla”. Diventata popolarissima, gestì la rubrica di posta della Settimana Incom, continuando a recitare in numerosi film italiani, spagnoli ed argentini fino al 1957, quando apparse per l’ultima volta in “A vent’anni è sempre festa” di Vittorio Duse.
Dopo vent’anni sul grande schermo, se ne va la fidanzatina d’Italia. Se ne va in silenzio, come solo le grandi dive sanno fare, a fare “quattro passi tra le nuvole”.
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