di Giuseppe Malatesta
Lagosanto. Cambio al vertice del circolo Pd laghese in seguito alle dimissioni di Davide Bigoni, ormai ex segretario che mantiene però la carico di vicesindaco nella giunta di Maria Teresa Romanini. A lui subentra Manuel Masiero, eletto lo scorso 10 febbraio alla presenza del segretario provinciale Vitellio.
Dimissioni che però, come era già avvenuto con quelle altrettanto recenti dei consiglieri di maggioranza Fogli e Cusinatti, il consigliere pentastellato Federico Menegatti accosta a una presunta crisi interna della giunta.
Anche in questa occasione Menegatti attacca a mezzo stampa gli amministratori dem e il primo cittadino. “Queste dimissioni confermano una certa burrasca all’interno del PD laghese – dichiara -. Prima i due consiglieri ed ora la massima dirigenza politica di partito a livello comunale. Motivazioni nobili e coerenti quelle di Bigoni, ma in palese contrasto con la linea di pensiero del sindaco che, incoerentemente alla decisione del suo vice e evidentemente in disaccordo con lui sul rilievo di certe cariche amministrative, rimane un Sindaco part-time o on-demand. Ora Bigoni – conclude – potrà perseguire a tempo pieno l’attività di vicesindaco anche come supplente. Ce n’era bisogno”.
Sul neoeletto Masiero, Menegatti usa l’appellativo di “minestra riscaldata”. “Un conservatore alla Gadda – dice -, ex facente funzione sindaco, riesumato e chiamato a disinnescare la bomba laghese (forse per mancanza di candidati presentabili) dopo la netta sconfitta alle primarie per le amministrative del 2014 da Gianluca Bonazza”.
E’ proprio quest’ultimo ad aggiungersi nel commentare gli ultimi avvicendamenti, in qualità di attuale consigliere di minoranza (ormai ex Pd) per la lista Lagosanto che cambia. “Il ritorno di Masiero è effettivamente una sorpresa – dice Bonazza –. Non prese bene il risultato acquisito delle ultime primarie e si defilò, probabilmente oggi ha voglia di rimettersi in gioco in un ruolo impegnativo”.
Anche le dimissioni di Bigoni sono viste come “un fulmine a ciel sereno, dato che ha sempre portato avanti le due cariche senza mostrare sofferenza. Probabilmente ci sono state valutazioni interne che non conosciamo, o magari il ricorso a Masiero potrebbe essere visto nell’ottica di un suo rilancio nella politica locale per un post-Romanini. Quest’ultima non so se vorrà infatti rinnovare il mandato tra tre anni, dato anche il suo incarico di caposala in cardiologia all’ospedale del Delta. A riguardo posso ricordare che in sede di confronto pre-elettorale Romanini aveva assicurato le sue dimissioni da caposala per dedicarsi all’incarico istituzionale a tempo pieno, ma si rimangiò la parola poco dopo. Fece passare la sua decisione di non lasciare – conclude Bonazza – come il mantenimento del vantaggio di poter monitorare la depauperazione dell’ospedale dall’interno, ma considerato che il Delta è stato ormai abbondantemente spogliato, qualcosa che non quadra dovrebbe esserci anche in questo caso”.
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