Negri: “Nel ddl Cirinnà decisioni gravissime sulla famiglia”
L'arcivescovo attacca le unioni civili e invita a partecipare al Family Day
Sulle unioni civili scende in campo anche il vescovo di Ferrara Luigi Negri che invita i fedeli a partecipare a Roma al Family Day.
L’arcivescovo di Ferrara-Comacchio invita all’opposizione esplicita contro le “decisioni gravissime che si stanno prendendo nei confronti della famiglia, su cui è fondata la convivenza sociale, ovvero il tentativo del disegno di legge Cirinnà di mettere le condizioni per mutare nella sostanza il concetto stesso di famiglia” che “rende necessaria una presenza esplicita, impegnata e responsabile del popolo cristiano”.
Per questo chiede, anche facendo perno sulle indicazioni date dalla Conferenza Episcopale Italiana, attraverso il cardinale Angelo Bagnasco, di partecipare all’iniziativa – “di matrice e responsabilità decisamente laicale” – programmata per il prossimo 30 gennaio a Roma.
I modi e i tempi della partecipazione – fa sapere Negri – saranno indicati dall’Ufficio per la pastorale familiare e dal neo costituito Comitato ferrarese “Difendiamo i nostri figli”.
“Fate il sacrificio di uscire allo scoperto e di andare verso il mondo – chiede Negri – ma non un mondo generico e anonimo, del quale non si leggano e non si valutino i contorni obiettivi, sia culturali che politico-sociali. La famiglia, così attaccata e devastata da una mentalità consumista e tecnoscientifica, è un’immensa periferia e noi vogliamo addentrarci in questa periferia. Se non lo facciamo, se non difendiamo i suoi diritti fondamentali, e penso primariamente ai figli per i quali vogliamo preparare un futuro migliore, anche il continuo richiamare le piccole periferie dei nostri paesi o le periferie della povertà materiali, diverrebbe incomprensibile e inefficace”.
È a Roma, il 30 gennaio, che secondo l’arcivescovo “si vedrà il volto genuino del popolo cristiano preoccupato del bene comune della società. È a Roma che si vedranno sia i cattolici che gli uomini e le donne di buona volontà preoccupati del destino delle prossime generazioni, assumersi la responsabilità di un giudizio chiaro rispetto alle iniziative di intervento, per quanto possibile, nel dibattito che si sta svolgendo in parlamento”.