di Carolina Fiorini
Lo spaccio c’è e si vede. È la voce dei residenti di viale Belvedere, organizzati in un corteo la sera del 22 dicembre muniti di pettorina gialla fosforescente. Il ritrovo, al numero 20 della stessa via, ha avuto la partecipazione di una quarantina di persone che hanno percorso le mura da Porta Po fino al Torrione del Barco, scendendo attraverso i passaggi che collegano al sotto mura adiacente di via Porta Catena, affiancati da una volante della polizia municipale.
Ormai è risaputo che la zona (come tante altre aree buie e marginali della città) è frequentata da spacciatori, e chi vi abita ha paura e soffre la stanchezza dell’enorme degrado cui si va lentamente incontro. “La situazione è degenerata parecchio negli ultimi tempi – afferma Alessandro Veratelli, residente in zona Belvedere –, non c’è ordine pubblico. La polizia municipale dovrebbe fare più controlli nel quartiere e sostenere un continuo monitoraggio, non solo nei confronti degli extra comunitari, ma anche nei confronti delle macchine che abitualmente girano e si fermano”.
Le denunce e le necessità dei cittadini mirano ancora una volta attorno ad un controllo capillare della situazione pubblica che va dalle persone che spacciano alle persone che comprano sostanze stupefacenti, fino allo stato in cui è ridotto il quartiere: “c’è sporcizia ovunque – lamenta un manifestante –, mangiano e bevono attorno alle panchine buttando rifiuti per terra e le aree verdi sono gabinetti a cielo aperto”.
A questo proposito sembra essere caduta a pennello la stima secondo cui Ferrara è la città emiliana che più risente del declino della qualità della vita e dell’ambiente “anche gli immobili della zona stanno perdendo valore – continua Veratelli –, il degrado non è solo visibile, ma si può anche contare nelle tasche di chi ha investito la propria vita in quest’area”.
Spaccio, declino, paura e rabbia sono le parole ricorrenti delle manifestazioni civili che cercano di colmare il vuoto dell’ordine pubblico: “Ci piacerebbe entrare a far parte delle iniziative ciclistiche – spiega Francesco Rendine, residente della zona oltre che consigliere in Comune per il gruppo Gol –, rientrare nel giro in bicicletta che gli abitanti in zona Gad compiono a scadenza settimanale. Se riuscissimo a essere sempre presenti sulle mura probabilmente cominceremo a fare la differenza”.
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