Economia e Lavoro
15 Dicembre 2015
Il Codacons si costituisce parte offesa nell'inchiesta e chiede un incontro a Renzi proponendosi per l'arbitrato

Caso Carife: “Bankitalia e Consob sapevano dei rischi già nel 2013”

di Redazione | 3 min

carifenew 2015 3Il Codacons chiede un incontro urgente al premier Matteo Renzi per affrontare la questione dei “risparmiatori traditi” e l’inserimento del Codacons in qualsiasi arbitrato o altra soluzione il Governo varerà per valutare le singole posizioni ai fini dei risarcimenti.

Non solo. Lo stesso Codacons si è costituito parte offesa dinanzi la Procura di Roma nell’inchiesta aperta su Bankitalia e ha chiesto alla magistratura di estendere le indagini alla Consob.

Questo perché, secondo l’associazione, “già dal 2013 Bankitalia e Consob sapevano dei rischi che stavano correndo i risparmiatori di Carife, perché i due enti erano stati informati dal Codacons attraverso un apposito esposto, in cui si chiedevano chiarimenti in merito all’attività di vigilanza e tutela del risparmio relativamente all’aumento di capitale per 150 milioni di euro avvenuto nel 2011. Esposto rimasto tuttavia lettera morta”.

Lo denuncia l’associazione dei consumatori, rendendo noto il contenuto dell’esposto. Il 9 settembre del 2013 il Codacons inviò una denuncia ai due enti in cui si leggeva: “nell’aprile del 2011 il Cda della Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.a. – Banca Carife – ha varato un aumento di capitale per 150 milioni di euro, che ha portato alla relativa sottoscrizione di circa la metà dei vecchi soci e di 5.700 nuovi azionisti – per un totale di 150.220.329,00 euro, pari a 7.153.349,00 di nuove azioni ordinarie, al prezzo di 21 euro per azione […] è fatto notorio che l’istituto bancario su citato versa, in realtà già a partire dal 2009, in una situazione economico-finanziaria oltremodo gravosa, tanto che lo stesso, con decreto Mef del 27 maggio u.s., è stato sottoposto ad amministrazione straordinaria […] Infatti nel 2010, come emerge dal prospetto informativo, le sofferenze della banca presentavano “un’incidenza pari al 11,97% del totale degli impieghi lordi, mentre le partite anomale lorde si attestano, in totale, al 20,85% degli impieghi lordi” mentre il bilancio Carife per il 2010 chiudeva con una perdita netta di 61,6 milioni di euro. La crisi della banca di Ferrara, iniziata nel 2009, ha portato con sé la perdita di valore del relativo titolo azionario. Sono dati notori che nel febbraio del 2009 il titolo valeva 40,6 euro, a luglio u.s. il titolo raggiunge il minimo storico di 5,77 euro. Con una crisi patrimoniale-finanziaria iniziata già nel 2009 avrebbero dovuto essere informati i piccoli risparmiatori che sono stati invitati all’acquisizione e che oggi si ritrovano a dover pagare il tentativo maldestro di un’operazione di salvataggio bancario”.

Il Codacons chiedeva poi nell’esposto “alla Banca d’Italia e alla Consob chiarimenti in merito all’attività di vigilanza e tutela del risparmio relativamente all’aumento di capitale per 150 milioni di euro avvenuto nel 2011 che ha condotto a una perdita di valore delle azioni Carife attualmente pari circa al 72% del capitale investito, con grave pregiudizio dei sottoscrittori e dei nuovi piccoli azionisti”.

A fronte di tale denuncia, il Codacons denuncia che “nessuna concreta iniziativa venne intrapresa per salvare i soldi dei risparmiatori, come dimostra la grave situazione di questi giorni”.

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