Politica
4 Dicembre 2015
Il consigliere replica risentito all'assessore Felletti, ma la sua interrogazione ha generato malumori

Polemica in maggioranza sul ‘cattolicissimo Talmelli’

di Daniele Oppo | 4 min
Alessandro Talmelli

Alessandro Talmelli

La netta risposta dell’assessore Annalisa Felletti all’interrogazione sui progetti di educazione sessuale a scuola presentata da Alessandro Talmelli, fa reagire in maniera piccata il consigliere e solleva una situazione di conflitto tutta interna alla maggioranza.

L’esponente dell’area cattolica del Pd – che secondo Felletti “non ha le idee chiare” sulla questione – replica su Facebook con un post risentito, venato di polemica: “Io ho le idee molto chiare e conosco molto bene i meccanismi del consiglio comunale – scrive il consigliere -.  So la differenza tra la delega ai lavori pubblici e quella alla pubblica istruzione. Sono rimasto basito dalla parte finale della risposta dell’assessore alla mia interrogazione: infatti se nulla si può eccepire sulla parte iniziale, non si capisce per quale ragione ci fosse bisogno di esprimere un giudizio così offensivo nei confronti di un consigliere comunale che non mi pare abbia posto un’interrogazione fuori luogo o polemica nei confronti di un assessore che fa parte della Giunta che io sostengo convintamente. Credo mi sia riconosciuta la mia moderazione nel porre le questioni più disparate su diverse tematiche perché la vivo come un servizio che devo alla comunità che mi ha eletto: evidentemente non tutti intendono la politica come un servizio ai propri cittadini”.

Ma è solo la punta del piccolo, grande iceberg che galleggia all’interno della maggioranza nel mare delle discussioni – e delle diverse posizioni – che riguardano temi ‘sensibili’ dal punto di vista etico.

L’interrogazione di Talmelli – che richiamava, senza mai esplicitarlo, lo spauracchio della cosiddetta ‘teoria Gender’ – ha infatti fatto nascere un po’ di malumore anche in una parte degli iscritti al Pd. “Hanno telefonati insegnanti, ma anche altri cittadini, irritati dal tono dell’interpellanza”, rivela la consigliera di maggioranza che forse più esposta su tali argomenti, Ilaria Baraldi. La consigliera rivela anche che i tempi con i quali Talmelli ha presentato i propri dubbi – qualche giorno prima della discussione sulle trascrizioni dei matrimoni same-sex contratti all’estero (sulle quali peraltro Talmelli fu proprio uno dei ‘dissidenti’ in maggioranza) – non siano passati inosservati. Per questo il partito ha ‘parcheggiato’ la questione in attesa della risposta dell’assessore: “Non si voleva inserire un tema ulteriore in una questione già sovracarica”, spiega Baraldi.

E che ci sia del malumore lo testimonia anche il fatto che all’interno del Pd circola una lettera scritta dalla segretaria del circolo Lambertini, Luisa Ghezzo, che conferma di aver raccolto anche lei qualche malumore da parte degli iscritti. La risposta di Ghezzo però non è tanto quella di una segretaria di circolo, bensì quella di un’insegnante di scuola primaria, che dunque ben conosce i meccanismi di collaborazione tra docenti e genitori nell’elaborazione dei progetti che riguardano gli studenti.

“I progetti del piano triennale dell’offerta Formativa (Ptof) presentati dagli insegnanti – si legge nella lettera – vengono dapprima discussi ed approvati dal collegio dei docenti, successivamente sono illustrati in sede del consiglio d’istituto, che è un organo collegiale composto da rappresentanti dei docenti, dei genitori, del personale Ata e di cui il dirigente scolastico è membro di diritto. Ogni rappresentanza viene eletta mediante consultazione elettorale. Una volta approvati, i progetti vengono illustrati alle famiglie in sede di assemblea dei genitori. Ogni famiglia può rivolgersi sia ai rappresentanti dei genitori facenti parte del consiglio di istituto, sia al dirigente scolastico, sia ai docenti di classe, per conoscere i dettagli dei progetti educativo didattici ed esprimere, se lo desiderano, il proprio parere in merito. Nessuna legge sulla scuola ha mai usato il termine “vigilare” trattando il rapporto tra scuola e famiglia”.

La lettera risulta essere un’altra risposta netta a Talmelli che nella sua interpellanza affermava sostanzialmente il contrario, ovvero che “non di rado avviene che l’insieme di queste attività sono decise e realizzate senza informare adeguatamente le famiglie e senza coinvolgerle su questioni tanto delicate”, proponendo “un’alleanza sincera, partecipata e vigilante tra le scuole e i genitori affinché i nostri figli possa crescere in modo sano ed equilibrato, e che siano in grado di giungere ad una maturazione che li renda autonomi e capaci di affrontare serenamente ed in modo responsabile la propria vita”.

Ghezzo, di contro, ricorda che già i decreti delegati del 1974 introdussero “la rappresentanza dei genitori nell’ambito scolastico con il virtuoso obiettivo di costruire una collaborazione tra le due agenzie educative”, pungendo poi l’anima renziana di Talmelli: “Dopo quarant’anni, anche attraverso l’ultima riforma scolastica approvata dal Governo Renzi, si sta cercando di far riacquistare alla scuola la propria dignità, snaturata nel tempo dall’interpretazione falsata, da parte di alcuni, dei decreti delegati stessi: la collaborazione tra scuola e famiglia si è trasformata, nel tempo, in un desiderio di ‘vigilanza’. Come sostiene il consigliere Talmelli la sfera educativa è assai delicata – conclude Ghezzo -. Se esiste una vera collaborazione tra scuola e famiglia, allora è possibile anche uno scambio trasparente improntato sulla fiducia reciproca. Ma in uno scambio sincero non esistono vigili e controllati”.

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