La frase l’ha detta, ma non era contro il Pontefice. Ha atteso un giorno in più solo per “la preoccupazione di rivolgere primariamente alla mia chiesa un messaggio di chiarimento”. Ma ora arriva “una seconda, doverosa e necessaria azione nei confronti di chi ha così gravemente leso la mia dignità umana ed ecclesiastica e anche quella della chiesa”.
Le affermazioni apparse su “il Fatto Quotidiano” del 25 novembre, nelle quali – secondo la lettura del cronista – il vescovo si scagliava contro papa Bergoglio e i vescovi di Bologna e Palermo – sono “frasi virgolettate che non ho mai detto” ed “estrapolate dai loro contesti originari per ricavarne contenuti opposti a quanto si stava dicendo, trasformando così l’ipotesi del giornalista in certezza”.
Negri critica duramente il giornale diretto da Travaglio, che avrebbe “operato in spregio delle più elementari norme deontologiche del giornalismo”, attribuendogli “frasi virgolettate che non ho mai detto ed estrapolandone altre dai loro contesti originari per ricavarne contenuti opposti a quanto si stava dicendo, trasformando così l’ipotesi del giornalista in certezza”.
La “cosa più grave” riguarda il titolo apparso in prima pagina: “Francesco deve fare la fine di quell’altro Papa”. Un “terribile titolo virgolettato” che “riporta una frase mai pronunciata da me, e prova ne è che poi tale frase non è più rintracciabile nel corpo dell’articolo”. La frase nel corpo dell’articolo di Loris Mazzetti recitava diversamente: “Speriamo che la Madonna faccia il miracolo come con quell’altro…”.
Dall’ultimo comunicato dell’arcivescovo pare di capire che tale frase, udita da testimoni nella carrozza di prima classe del treno che da Roma lo riportava a Ferrara lo scorso 28 ottobre, sia uscita dalla sua bocca. Ma il riferimento a Papa Bergoglio sarebbe frutto di una interpretazione che si discosta dal suo pensiero. “E’ profondamente scorretto sul piano della professione e deontologia del giornalista – riprende Negri -. Quello che risulta chiaro è che si virgoletta l’interpretazione che “il Fatto” ha voluto dare alla vicenda, crocifiggendomi così ad una frase mai pronunciata. E’ una procedura di gravità inaudita. All’interno dell’articolo poi, alla prima frase virgolettata – su cui poggia l’intero testo – arbitrariamente si aggiunge: “Il riferimento a papa Luciani è appena velato”. Questa è un’altrettanto assoluta, arbitraria interpretazione, completamente opposta al mio pensiero, che faceva riferimento a ben altre vicende della chiesa, che esporrò nei luoghi e tempi opportuni”.
Il vescovo si scaglia poi contro le modalità della ‘intercettazione’ finita sulla prima pagina del “Fatto”: “e che dire infine dell’utilizzo di frasi sottratte senza il permesso della persona interessata e senza chiedere, al momento in cui sono state pronunciate, il loro reale significato e non riportate nella loro completezza?”.
Detto questo, Negri annuncia di riservarsi di far valutare ai suoi legali “ogni misura a tutela dell’onorabilità della Chiesa e della mia persona” e chiede all’opinione pubblica e all’Ordine dei Giornalisti “se questo è il modo di svolgere il lavoro informativo”.
“Ma chiedo anche – conclude – alla comunità ecclesiale e civile di non rendersi complice di tali operazioni”.