Cronaca
17 Novembre 2015
Grande adesione alla raccolta di prodotti scolastici o alimentari per i più bisognosi

Coop Estense, una rete solidale per le famiglie in difficoltà

di Elisa Fornasini | 3 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERAOltre 230mila pezzi scolastici per “Una mano per la scuola”, 18mila prodotti per “Raccolta alimentare”, 1,5 milioni di euro il valore della donazione nell’ambito di “Brutti ma Buoni”.

Sono questi i risultati dei tre progetti di solidarietà attivati da Coop Estense, una rete solidale che coinvolge 50 associazioni e raggiunge 10mila persone in difficoltà nella sola provincia di Ferrara. Un’iniziativa che, come ribadito a più voci nel corso della conferenza stampa di presentazione degli esiti, dimostra la grande generosità dei consumatori che hanno condiviso la politica solidale di Coop Estense e hanno deciso di donare prodotti scolastici o alimentari alle famiglie in difficoltà.

“I bisogni dei nuclei in povertà sono cresciuti enormemente con la crisi economica ed alzano il livello di conflittualità, quindi questa rete di solidarietà rappresenta una fonte significativa di coesione e inclusione sociale” dichiara il sindaco Tiziano Tagliani che apprezza particolarmente il progetto “Una mano per la scuola” perché “le famiglie che fanno fatica a sostenere gli elevati costi della scuola, a volte si vergognano a non essere come gli altri e quindi a chiedere aiuto”. In loro soccorso arrivano gli ipermercati che hanno raccolto 28mila quadernoni, 22mila penne, 9800 matite, 3500 confezioni di colori e 3400 gomme per completare il corredo scolastico di oltre 3500 bambini.

“Tutti e tre i progetti rendono vero e concreto il settimo principio della cooperazione, ovvero l’attenzione e il sostegno verso le comunità in cui si opera” commenta Andrea Benini, presidente di Legacoop Ferrara, che auspica che questa rete possa allargarsi con la nascita di Coop Alleanza 3.0. “La più grande cooperativa italiana, che dal 1° gennaio 2016 unirà Coop Adriatica e Coop Consumatori Nord Est, deve mantenere il legame con i territori e portare avanti questa serie di iniziative”. Un invito raccolto da Chiara Serafini di Coop Estense: “Questa testimonianza verrà portata nell’alleanza 3.0 per diffondere questa politica sociale che promuove lo spirito collaborativo rispetto a tutte le istanze che affrontano problemi difficili come il contrasto alla povertà”.

Una rete che vede in prima linea i soci volontari, definiti da Ombretta Ghiraldi “la chiave per aprire il cuore a tanta generosità”. Una generosità che si sa dove va a finire. I promotori vogliono infatti sottolineare la “trasparenza con cui vengono seguiti i progetti” per fare in modo che “i consumatori sappiano esattamente a chi andranno le proprie donazioni”. Tra i beneficiari ci sono le associazioni Papa Giovanni XXIII, Viale K e Amici della Caritas Ferrara-Comacchio che destinano poi i prodotti ai propri assistiti. Le tre associazioni hanno portato la propria testimonianza

“L’80% del nostro fabbisogno alimentare è assicurato da Coop Estense che, nella provincia estense, ci consente di mettere a tavola 300 persone alla settimana, ospitate nelle nostre 9 realtà di accoglienza da Cento a Comacchio” racconta Piera Murador dell’associazione Papa Giovanni XXIII. Il progetto “Brutti ma Buoni”, che consente di utilizzare prodotti alimentari non più vendibili ma ancora commestibili, è indispensabile anche per Amici della Caritas Ferrara-Comacchio, il cui 70% dei prodotti in dispensa, fa sapere Michele Luciani, sono ‘brutti ma buoni’. “L’iniziativa non solo ci permette di salvare dal rusco prodotti che, prima del 2003, sarebbero stati buttati nel pattume, ma ci consente anche di offrire oltre cento pasti al giorno” conferma don Domenico Bedin dell’associazione Viale K.

Don Bedin ha però un ‘neo’ da togliersi, ovvero l’interruzione del servizio “Brutti ma Buoni” alla casa circondariale, sospeso l’anno scorso per la difficoltà di distribuire egualmente i prodotti. “Dobbiamo tornare in carcere in maniera precisa e organizzata – spiega Bedin – studiando un sistema oggettivo ed equo di distribuzione dei prodotti alimentari tra i detenuti più bisognosi”.

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