Ritorna a Ferrara per il quinto anno consecutivo il progetto RIC.CI/Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ’80-’90, ideato e diretto dalla critica di danza Marinella Guatterini con l’intento di riportare all’attenzione del pubblico le coreografie più significative di quel ventennio affidate all’interpretazione di giovani danzatori d’oggi.
L’appuntamento di quest’anno riporta in scena al Comunale di Ferrara, mercoledì 11 novembre alle ore 21, lo spettacolo Pupilla, presentato per la prima volta nel 1983 al Teatro Pier Lombardo di Milano in forma di assolo e ora affidato a tre danzatrici della DanceHaus Company: Chiara Monteverde, Armida Pieretti e Susan Vettori. Le maschere, il manichino e la bambola che compaiono sulla scena sono quelle originali del 1983, realizzate da Guerrino Lovato e Brigitte Starczewski Deval. Le musiche sono di Claude Debussy, Gabriel Fauré, Juan Hidalgo, Ethelbert Nevin e C. J. Orth; le poesie di Hugo Ball, Milli Graffi, Letizia Paolozzi, Giovanni Pascoli, Gisèle Prassinos e Umberto Saba.
Spiega Marinella Guatterini: “Negli anni Ottanta Valeria Magli fu definita la “musa dei poeti” e soprattutto la performer della “poesia ballerina”. Un’artista fuori dal coro, e anche un’intelligente funambola sempre in bilico fra teatro e danza. Da sola ha fatto scuola, con il suo carisma leggero, il suo fascino ipnotico, ma non ha creato epigoni né seguaci. L’idée fixe di unire parole, musiche, oggetti e movimenti senza un codice preciso ma dettati dalla sua fantasia e dalla sua speciale capacità di unire acting, ginnastica ritmica, e balli di sala, è rimasta tutta sua, salvo poi diramarsi con altri teatranti e/o coreografi in mille rivoli forse più ortodossi a ciò che si pensa siano la danza e il teatro o il teatrodanza. Per questo l’inafferrabile Valeria Magli rientra nel progetto RIC.CI come un unicum e ci entra non in punta di piedi, bensì di scarpette da bambola-bambina con il trio Pupilla ”.
Nel 1983 lo spettacolo era scandito da riferimenti culturali inequivocabili (Hans Bellmer, Heinrich von Kleist), da immagini evocative, commosse e rarefatte. L’odierna ricostruzione della pièce torna a raccontare il rapporto tra bambola, infanzia, erotismo e non solo. “La bambola appartiene alla numerosa famiglia delle marionette, dei pupazzi, dei manichini, degli automi” dice Valeria Magli, “tutte effigi dell’umano che si legano agli antichi miti sulla resurrezione dei morti e sulla metamorfosi di esseri vivi in figure morte”.
Ricca di calcolatissima fantasia e di un’accurata scelta di musiche e strofe, Pupilla resuscita, insieme alle ambigue donne-robot, una pionieristica stagione italiana di “poesia ballerina”, originale ancora oggi.
Il Festival di Danza Conteporanea prosegue poi, mercoledì 18 e giovedì 19 novembre ore 21, con la rassegna Fuoristrada. Dalla coreografia degli anni 80 si passa così alle creazioni di giovani danzautori contemporanei: i riflettori sono puntati su cinque artisti segnalatisi in prestigiose vetrine nazionali: Nicola Galli e Giovanni Leonarduzzi per la prima serata, Claudia Catarzi, Francesca Penzo e Manfredi Perego per la serata conclusiva.
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