Cronaca
25 Settembre 2015
Le tappe del 'caso Aldrovandi'

Le tappe del caso Aldrovandi

di Redazione | 6 min

aldroSono passati 10 anni da quel tragico 25 settembre 2005 quando, durante un controllo di polizia in via Ippodromo, Federico Aldrovandi ha perso la vita a soli 18 anni per mano di quattro agenti. Queste in estrema sintesi, le tappe di quel percorso che hanno trasformato una tragedia famigliare nel “caso Aldrovandi”.

2005

25 settembre: durante un intervento della polizia muore, intorno alle 6 di mattina a Ferrara, Federico Aldrovandi. Il mattinale della questura parla di malore fatale.

2006

2 gennaio: la madre di Federico, Patrizia Moretti, a cento giorni dalla morte del figlio non conosce ancora gli esiti dell’autopsia e apre un blog per sollevare l’attenzione sulla vicenda.

11 gennaio: dopo l’esplosione mediatica del caso il questore Graziano difende l’operato delle forze dell’ordine.

14 gennaio: gli amici di Federico costituiscono il comitato ‘Verità per Aldro’ e attraverso fiaccolate e sit-in tengono viva l’attenzione sulla vicenda.

19 gennaio: il caso Aldrovandi approda in Parlamento. Il ministro Giovanardi risponde alla Camera sulle circostanze della morte di Federico.

21 febbraio: dopo il deposito della perizia dei consulenti della Procura (morte da infarto provocato da stress psicofisico droghe e alcol), la madre pubblica sul blog una foto del cadavere di Federico. Il viso presenta vistose lesioni.

28 febbraio: depositata la relazione di parte: morte causata da asfissia provocata dall’immobilizzazione forzata protratta per diversi minuti.

15 marzo: iscritti nel registro degli indagati i quattro agenti intervenuti il 25 settembre. Il pm Guerra, cui era affidata l’inchiesta, lascia per motivi personali e famigliari.

16 giugno: Anne Marie Tsegueu, residente di via Ippodromo, è la prima testimone oculare a dire di aver visto qualcosa. In incidente probatorio racconta l’ultima fase della colluttazione nella quale afferma di aver visto i quattro poliziotti picchiare Federico già a terra.

31 luglio: gli Aldrovandi vengono ricevuti dall’allora presidente della Camera Fausto Bertinotti.

2 agosto: a Ferrara per partecipare alla festa dell’Ulivo, Giuliano Amato, da ministro dell’Interno si augura “un processo per la morte di Federico”.

23 settembre: a Ferrara marciano 8mila persone per ricordare la morte del ragazzo.

10 novembre: i periti incaricati dal gip Silvia Giorgi depositano una perizia che individua nella excited delyrium syndrome, un fortissimo stress psicofisico la causa della morte di Federico.

2007

10 gennaio: si chiudono le indagini e il capo di imputazione passa da omicidio preterintenzionale a omicidio colposo.

22 marzo: il pm Nicola Proto deposita la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti degli agenti Luca Pollastri, Paolo Forlani, Enzo Pontani e Monica Segatto.

29 maggio: si scoprono manomissioni nei registri delle volanti relativi agli interventi della notte del 25 settembre.

21 giugno: i quattro agenti vengono rinviati a giudizio per omicidio colposo.

19 ottobre: Inizia il processo Aldrovandi.

2009

19 giugno 2009: il pm chiede la condanna a 3 anni e 8 mesi per tutti e quattro imputati.

6 luglio: dopo 1405 giorni, 32 udienze, decine di testimoni, diverse perizie e consulenze, il giudice Caruso condanna i poliziotti a 3 anni e 6 mesi per omicidio colposo.

2010

5 marzo: tre poliziotti – Marcello Bulgarelli, Marco Pirani e Paolo Marino – vengono condannati nel processo Aldrovandi bis sui presunti depistaggi nelle indagini. Marino verrà poi pienamente assolto in appello, mentre la Cassazione confermerà la pena solo per Pirani e annullerà la sentenza di condanna nei confronti di Bulgarelli per intervenuta prescrizione.

9 ottobre:  viene stabilito un risarcimento pari a circa due milioni di euro in favore dei familiari di Federico Aldrovandi in cambio dell’impegno a non costituirsi parte civile nei procedimenti ancora aperti

2011

10 giugno:  la Corte d’Appello di Bologna conferma la condanna di primo grado.

2012

21 giugno 2012: la Corte di Cassazione rende definitiva la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per “eccesso colposo in nell’uso legittimo delle armi” per Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri. I poliziotti però beneficiano dell’indulto per 36 dei 42 mesi di carcerazione previsti.

giugno 2012:  Forlani, sulla pagina Facebook di Prima Difesa Due (ora chiusa dalla polizia postale), sito collegato a una associazione che si è incaricata di difendere legalmente gli agenti scrive in riferimento a Patrizia Moretti “ma che faccia da culo aveva sul tg”. La pagina è gestita da Simona Cenni, che a sua volta scrive: “Federico faceva uso di sostanze stupefacenti, alcool e mamma e papà sapevano… dormiva dal nonno Federico e non a casa con i genitori… e Federico ha dato tanto alla sua famiglia dopo la morte. Due milioni di euro… riposa in pace ragazzo… sapendo che se i tuoi ti avessero aiutato saresti ancora vivo”.

2013

29 gennaio: il Tribunale di sorveglianza di Bologna, su richiesta del Procuratore Generale, decreta il carcere per la pena residua di 6 mesi nei confronti di Paolo Forlani, Monica Segatto (che poi otterrà i domiciliari) e Luca Pollastri.

1º marzo:  anche Enzo Pontani viene condannato in via definitiva e sconterà la pena detentiva.

27 marzo: il sindacato di polizia Coisp fa un sit-in in piazza Savonarola in solidarietà ai poliziotti condannati e incarcerati. Lo fa sotto le finestre degli uffici comunali in cui lavora Patrizia Moretti che scende con un foto del figlio morto. Scende anche il sindaco Tiziano Tagliani per chiedere ai manifestanti di spostarsi e scoppia un violento diverbio con l’europarlamentare Potito Salatto.

29 marzo: Circa 4mila persone rispondono presente alla manifestazione di solidarietà a Patrizia Moretti.

2014

gennaio: tre dei quattro poliziotti condannati per la morte di Federico ritornano in servizio dopo aver scontato sei mesi di detenzione e il periodo di sospensione. Solo Paolo Forlani non rientrerà perché in cura per una “nevrosi reattiva”.

1 febbraio: La Corte dei Conti, sezione Emilia-Romagna, attivata dal Viminale, invia a Paolo Forlani, Luca Pollastri, Enzo Pontani e Monica Segatto la notifica della richiesta di risarcimento danni (quasi 2 milioni di euro), che li vuole responsabili in solido per quanto dato dallo Stato alla famiglia del ragazzo.

14 febbraio: il senatore Luigi Manconi lancia la petizione #vialadivisa per chiedere al ministro dell’Interno Alfano il licenziamento dei quattro agenti. Un gruppo su Facebook raccoglie migliaia di adesioni e foto da tutto il mondo.

15 febbaio: A Ferrara oltre tremila persone sfilano al fianco di Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi, Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Domenica Ferulli per la manifestazione #vialadivisa

29 aprile: Durante il Congresso nazionale del Sap tre agenti (mancava Monica Segatto) vengono lungamente applauditi.

2 luglio: La sezione giurisdizionale per la Regione Emilia Romagna della Corte dei Conti emette un provvedimento di sequestro conservativo nei confronti dei quattro poliziotti.

20 settembre: È la prima edizione della manifestazione Musica per Federico in piazza municipale, negli altri anni l’omaggio ad Aldro si teneva all’Ippodromo.

2015

27 marzo:  La Corte dei Conti dell’Emilia Romagna condanna i quattro agenti a risarcire allo Stato il 30% di quei 1.870.000 euro chiesti dalla procura contabile a titolo di danno erariale e danno d’immagine.

25 settembre: sono passati 10 anni da quella fatidica notte.


(musiche di Giacomo Marighelli / Margaret Lee)

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