Cronaca
12 Settembre 2015
L’aggressione in pieno centro. Un mese di prognosi. La vittima: “Non lasciate i fatti nell'invisibilità”

Picchiato da baby gang perché gay

di Redazione | 3 min

bullAggredito e picchiato in pieno centro a Ferrara perché omosessuale. E lui denuncia su facebook, oltre che alla Polizia di Stato, quanto successo. Mercoledì pomeriggio, attorno alle 18.30, la vittima, F.B., 27 anni, stava passeggiando in corso Porta Reno insieme a due amici, quando tre sconosciuti, tutti giovanissimi (“minorenni e appena maggiorenni”, scriverà la vittima il giorno seguente sulla propria bacheca) iniziano a insultarli: “f****** di m., fate schifo, dovete morire…”.

Partono gli insulti e gli sfottò e poi un pugno alla tempia sinistra. A quel punto uno degli amici del 27enne chiama la Polizia e l’aggressore monta in sella a una biciletta per allontanarsi. F.B. gli chiede di aspettare l’arrivo della volante e per tutta risposta l’altro gli scaraventa la bici sulle gambe e lo colpisce con un pugno sull’occhio destro. Nell’aggressione il teppista gli ha anche rotto un dito.

A quel punto è arrivata la polizia e un’ambulanza, che ha trasportato il 27enne al pronto soccorso, dal quale uscirà con una prognosi di 30 giorni. “A prescindere dal fatto che la cosa sia inammissibile – afferma via facebook F. -, soprattutto perché tanta violenza mista ad omofobia provenire da dei ragazzini, minorenni e appena maggiorenni, ha un qualcosa di malsano. La frustrazione nel non potergli mettere le mani addosso sarà attenuata dalla consapevolezza di avere la coscienza pulita, oltre che la fedina penale intonsa. Ma bisogna sempre, e sottolineo sempre, denunciare questi atti di viltà, inciviltà e disgustosa ignoranza”.

Intanto F. ha già denunciato per ingiurie e lesioni gli aggressori: “spero davvero li identifichino, non perché desidero vengano puniti, ma perché capiscano che ogni azione ha sempre una conseguenza, perché imparino a rispettare il prossimo e a cucirsi le loro bocche di m****. Anche se i minorenni delinquenti, spesso vengono comunque trattati con i guanti di velluto (cosa alquanto opinabile). E dico a tutti voi, non lasciate i fatti nell’invisibilità, denunciate sempre”.

Mentre dalla questura, che conferma l’episodio, fanno sapere che sono già partite le indagini per identificare la baby gang, arriva anche la denuncia pubblica dei presidenti di Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara Massimiliano De Giovanni e Cristina Zanella, che parlano di “fenomeni inaccettabili, che una comunità forte e unita deve saper respingere con decisione, a cominciare dalle sue Istituzioni, perché il susseguirsi dei numerosi episodi di violenza contro gay e lesbiche contribuisce alla determinazione di un clima di paura e tensione. Lo stesso che ogni giorno vediamo alimentato da troppi politici, ecclesiastici e personaggi pubblici”.
“L’omofobia in Italia è un problema istituzionale – proseguono Zanella e De Giovanni -. C’è un lavoro politico e culturale da fare, dalla formazione nelle scuole al lessico della cosiddetta società civile. Dobbiamo riappropriarci al più presto di una profonda laicità di fronte al tema dei diritti civili e della libertà di orientamento sessuale. Subire un’aggressione da parte di uno sconosciuto è forse l’esperienza più traumatica che una persona possa trovarsi ad affrontare. Per un ragazzo o una ragazza omosessuale la paura di subire una violenza fisica o verbale è sempre latente. È un evento destinato a produrre altri cocci, fisici, psicologici, spesso duraturi, perché in Italia nessuna legge tutela le vittime dall’omofobia.
La società odierna è la più spietata di sempre nei confronti delle differenze. È la società del pregiudizio, e rischia di diventarlo anche nella nostra città”.
Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara condanna quindi l’episodio di mercoledì ed “esprime la propria vicinanza alle vittime, sollecitando gli organismi preposti a individuare rapidamente gli autori di questo atto e chiede alle istituzioni locali di incrementare il lavoro di formazione e comunicazione per sconfiggere sul nostro territorio questa piaga sociale”.

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