La Regione Emilia-Romagna, assessorato al Turismo, interviene con 100mila euro nella realizzazione di una serie di interventi mirati a ridurre la presenza di zanzare comuni (Culex pipiens Linnaeus) nelle zone del Delta del Po e dei lidi comacchiesi. “Con un obiettivo preciso – specifica l’assessore al Turismo Andrea Corsini – : contribuire al miglioramento della qualità di porzioni significative della costa dell’Emilia-Romagna, riducendo una presenza (quella della zanzara) poco gradita ai turisti, senza compromettere un ecosistema davvero unico”.
Il piano di lotta ai culicidi, aggiornato nel corso degli anni, è stato messo a punto nel ‘91 dall’Università di Bologna, facoltà di Agraria, con l’allora professore di Entomologia Giorgio Celli. Prevede (prima fase) un monitoraggio puntuale di tutto il territorio interessato, per rilevare i focolai (tombini, fossati, punti in cui l’acqua – dopo una pioggia – stagna per più giorni). E’ proprio in questi punti cartografati che, a partire dalla primavera, vengono effettuati i trattamenti antilarvali: gli addetti spargono il bacillus thurigiensis, batterio innocuo per gli esseri umani che attacca le larve di Culex e le fa morire. Inoltre, in tutti i canali e canaletti, viene diffuso il Gambusia, piccolo pesce d’acqua dolce che è un grande divoratore di larve di zanzara. Alla prima fase del piano ne segue un’altra, contro gli insetti adulti. Per evitare l’utilizzo ingiustificato di insetticidi, vengono installate in punti predefiniti apposite trappole a emissione di anidride carbonica, che catturano le zanzare. In base ai controlli effettuati, se il numero delle zanzare catturate supera la cosiddetta “soglia di tolleranza” scattano interventi mirati con insetticidi, anche questi atossici per l’uomo. Rispetto al ‘91, quando è stato fatto il primo intervento, si è registrato un abbattimento del 90% delle zanzare comuni, senza compromissione dell’ecosistema del Delta. Le risorse regionali vengono assegnate al Comune di Comacchio, che attua concretamente il piano (anche per la zona nord di Ravenna) con il Centro Agricoltura e Ambiente “Giorgio Nicoli” di Crevalcore, Antea Srl di Comacchio e il supporto scientifico dell’Università di Bologna.