Cronaca
5 Luglio 2015
"Italia terra di accoglienza" è stato il tema del dibattito della quarta giornata dell'iniziativa

Emergency Days da Lampedusa a Ferrara

di Redazione | 3 min

OLYMPUS DIGITAL CAMERAdi Silvia Malacarne

La quarta giornata degli Emergency Days (sabato 4 luglio), quest’anno alla loro 6^ edizione, ha dedicato il dibattito pomeridiano, tenutosi ancora una volta nei Bagni Ducali ferraresi, al tema dell’immigrazione. L’incontro pubblico intitolato “Italia terra di accoglienza”, è stato moderato da Licia Vignotto di ListoneMag, operatrice di Area Giovani e referente ferrarese del progetto regionale YoungER Card. Il programma prevedeva la partecipazione di Francesco Piobicchi, operatore sociale a Lampedusa, e Andrea Freda, coordinatore del Poliambulatorio di Marghera, che purtroppo non hanno potuto essere presenti.

Lo scrittore Enzo Gianmaria Napolillo, autore di “Le tartarughe tornano sempre”, ha spiegato ai presenti com’è nato il suo libro: “Era il 2011 quando dovevo partecipare ad una mostra e volevo che il protagonista della mia storia fosse un ragazzo di Lampedusa che avevo conosciuto. Il mio libro, attraverso una storia d’amore che lega due ragazzi, ha come filo conduttore gli immigrati. Ho voluto però rovesciare il punto di vista: due giovani innamorati italiani si ritrovano immersi in una realtà traumatica, quella degli sbarchi dei profughi sulle coste italiane. Si renderanno conto che devono essere grati perchè sono nati liberi, mentre le centinaia di persone che giungono in Italia sui barconi devono lottare per ottenere la propria libertà”.

Rispetto a una decina di anni fa Lampedusa ha una mentalità più aperta nei confronti degli immigrati; prima li considerava una minaccia, erano visti come coloro che toglievano spazio al turismo e alla pesca. Nel nostro Paese prevalgono razzismo, paura, costante riferimento alle diversità che percepiamo tra “noi” e “loro”, ma come hanno spiegato alcuni dei presenti al dibattito, esistono storie di incontri, di solidarietà, di cui pochi sono a conoscenza. Ci sono famiglie che distribuiscono pacchi contenenti viveri e beni di prima necessità alle famiglie di profughi che aspettano di poter entrare in Italia o di ritornare nei loro Paesi d’origine.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA“A Ferrara – ha spiegato don Domenico Bedin, presidente dell’associazione onlus Viale K – l’accoglienza è estremamente razionale. Sotto la guida dell’Asp riusciamo ad accogliere i profughi non in maniera disordinata, ma valutando i percorsi necessari per l’integrazione e tutti i servizi che la città può offrire. Bisogna sfruttare tutto il denaro dato alle associazioni e impegnare gli immigrati attraverso un percorso linguistico e culturale. Dato che queste persone, diversamente da quello che si dice, rimarranno nel nostro Paese almeno per qualche anno, non bisogna fornire un’accoglienza basata sulla provvisorietà assoluta. Il volontariato va bene, ma bisognerebbe dare a queste persone la possibilità di lavorare, di modo tale da creare reddito”.

All’incontro sono intervenuti anche alcuni immigrati della Repubblica democratica del Congo e del Senegal con le loro testimonianze. Hanno ringraziato l’Italia per averli accolti e hanno voluto sottolineare che chi ha vissuto l’esperienza della migrazione, chi è stato accolto da un Paese, sa cosa vuol dire aprire le porte a nuove persone.

E’ stato ribadito, ancora una volta, che i fondi raccolti con gli Emergency Days contribuiranno a sostenere il centro pediatrico di Goderich in Sierra Leone. Alcuni volontari di Emergency hanno infine voluto spigare che la mission su cui si basa l’associazione è garantire assistenza sanitaria di buona qualità come diritto di ogni persona.

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