Alle 12:30 erano 2.000 le firme raccolte da venditori ambulanti, commercianti e ristoratori del centro storico per il ‘salvare’ il mercato del venerdì. Non sono solo i titolari delle bancarelle a schierarsi contro la decisione della giunta comunale di delocalizzare gli stand provvisti di furgone in piazza Travaglio (limitando a 25 il numero massimo di venditori presenti in piazza Trento Trieste): tutto il mondo del commercio chiede a gran voce all’amministrazione un dietrofront sul regolamento che dovrà entrare in vigore dal prossimo 12 febbraio, sottolineando l’importanza del mercato settimanale per i bilanci delle attività del centro storico.
A lanciare l’iniziativa è Anva, il ‘ramo’ di Confesercenti dedicato al commercio sugli spazi pubblici, che negli ultimi giorni ha consegnato centinaia di moduli per la raccolta firme ai venditori ambulanti che stamattina si trovavano in centro. E questi, a loro volta, hanno preso contatto con edicole, bar, negozi e ristoranti perchè li aiutassero a far sottoscrivere a più persone possibile la protesta contro l’amministrazione. E non a caso, tra i banconi dei bar e gli scaffali delle attività commerciali, è stato questo l’argomento l’argomento principale della giornata: “Non bisogna stupirsi del nostro appoggio ai venditori ambulanti – ci raccontano i titolari di una caffetteria -: in quel giorno alla settimana in cui è presente il mercato Ferrara è una città più viva e tutti i commercianti notano la differenza. Se c’è un problema di estetica o di ordine si possano trovare delle soluzioni che non costringano gli ambulanti ad allontanarsi dal centro”.
I venditori ambulanti, dal canto loro, si dicono disposti a tutto pur di salvare la propria attività, anche se sperano di instaurare un dialogo col Comune. “Se ci dicessero di togliere i furgoni – afferma Massimo Volpi, da 12 anni nel commercio ambulante – sarei disposto a venire anche a piedi da piazza Travaglio con tutta la merce, ma spero che non si arrivi a tanto”. Ma c’è anche chi nutre sospetti sull’inizio di un graduale ‘smantellamento’ del mercato verso zone più periferiche: Gianmarco Taddei, al 10° anno di attività spera che “questa decisione non sia un modo per spingerci a cambiare zona, disincentivando sempre più il commercio ambulante in centro. Se ci spostassero all’Acquedotto o in piazza Ariostea sarebbe la fine per noi: non avremmo più margini di guadagno per sostenere l’attività. Il Comune deve capire che il mercato porta gente in centro storico e fa girare soldi per tutti, anche per le attività tradizionali”.
Concetti sostenuti anche dal presidente provinciale di Confesercenti, Paolo Benasciutti, che contattato da Estense.com spiega che “la città che ci piace è quella vista stamattina: vivace e piena di iniziative e attività, come dimostrano le 5-6mila persone presenti tra piazza Trento Trieste e corso Martiri. Spostare il mercato dal cuore della città significherebbe purtroppo subire il costume sempre più diffuso di portare la gente all’esterno, presso i centri commerciali, quando per noi il vero centro commerciale di Ferrara è il suo centro storico”. Ma oltre ai discorsi ‘di principio’, Benasciutti sottolinea anche diversi problemi assai pragmatici che potrebbero verificarsi con lo spostamento delle bancarelle: “Si parla di portare i furgoni in piazza Travaglio, ma dove posizioniamo questi 60 camion? Nessuno sembra aver pensato che quei parcheggi servono anche alle altre attività: se riempiamo quell’area di bancarelle portiamo via anche uno dei parcheggi più importanti del centro, e lo stesso discorso vale per piazzale Kennedy”.
Ma da cosa può derivare la decisione dell’amministrazione? “Forse – è il timore di Benasciutti – ci si concentra su un falso problema per spostare l’attenzione da temi ben più gravi, come il tasso di disoccupazione giovanile più alto della regione. Ma vorrei ricordare che il mercato in centro è stato messo a metà degli anni ’90 dalla giunta di centrosinistra e poi confermato sul Listone dall’amministrazione di Sateriale, anche attraverso il voto di Tiziano Tagliani. Detto questo noi siamo disponibili a trovare soluzioni condivise per non danneggiare o penalizzare la piazza appena restaurata, ma non si può chiedere ai venditori di spostare i propri furgoni, perchè sono il cuore delle loro aziende”.
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