Cronaca
17 Giugno 2015
Visite a un centro di accoglienza per incontrare i richiedenti asilo “e per superare il clima di diffidenza”

La Giornata del Rifugiato per migliorare l’accoglienza

di Elisa Fornasini | 4 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERASono 387 i richiedenti asilo attualmente ospitati nella provincia di Ferrara in una trentina di strutture sparse in dieci Comuni (233 a Ferrara, 30 a Fiscaglia, 22 a Comacchio, 20 a Codigoro e Bondeno, 19 a Ostellato, 15 a Vigarano, 11 ad Argenta, 9 a Cento e 8 a Copparo). “L’obiettivo è di allargare l’accoglienza a tutti e 23 i Comuni – spiega l’assessore Chiara Sapigni – perché se tutte le comunità facessero la loro parte, non ci accorgeremo quasi dell’arrivo dei profughi in quanto sarebbe una situazione normale e non di emergenza. A breve non sono previsti altri arrivi – specifica Sapigni – ma la procura di Bologna sa che siamo pronti ad accogliere altri migranti nella struttura di Pontelagoscuro, composta da 20 alloggi che possono ospitare fino a 57 persone”.

L’occasione per fare il punto della situazione sull’accoglienza dei rifugiati è stata la presentazione delle iniziative per la “Giornata Mondiale del Rifugiato” in programma a Ferrara e Cento tra il 18 e il 20 giugno. Istituzioni, enti, cooperative sociali e associazioni che operano nel territorio ferrarese si mettono insieme per un obiettivo comune: “far capire meglio le condizioni di vita dei rifugiati e vincere il grande momento mediatico di opposizione che vuole contrapporre i diritti degli italiani a quelli degli stranieri. Bisogna affrontare questo tema non in un senso di rubare le risorse ma di rispondere in maniera omogenea ai bisogni di tutti, come richiesto dall’articolo 10 della Costituzione”. A parlare è sempre l’assessore Sapigni che, pur essendo “cosciente dei problemi dell’accoglienza”, è sicura che “si possano risolvere con l’impegno di tutti”.

È dal 2006 che Ferrara contribuisce alle attività di accoglienza, protezione, integrazione di cittadini stranieri richiedenti asilo e rifugiati, tramite il Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione, i progetti Sprar e l’accoglienza di flussi non previsti come l’operazione Mare Nostrum. “In nove anni i numeri sono molto cambiati – ammette Sapigni – perché siamo passati da ospitare 20 rifugiati nel 2006 a 387 nel 2015. Per questo festeggiare la Giornata del Rifugiato diventa ancora più importante per provare, attraverso il dialogo e la conoscenza, a superare il clima di diffidenza e talvolta di ostilità che si sta creando attorno a chi arriva fino a qui chiedendo aiuto, in fuga dal proprio paese a causa di persecuzioni, per ragioni politiche, religiose o razziali”.

Le iniziative sono realizzate in collaborazione con Comune di Ferrara, Comune di Cento, Servizio centrale Sprar, Arci, Centro servizi integrati per l’immigrazione, Legacoop e cooperativa Camelot. Si comincia giovedì 18 giugno alle 17.30 con l’incontro tecnico presso il Giardino delle Duchesse (in caso di maltempo alla sala Estense) dal titolo “Il diritto d’asilo dal globale al locale: l’esperienza della provincia di Ferrara“. Sempre nel Giardino delle Duchesse, dal 18 al 20 giugno, rimarrà allestita la mostra “(ri)scatti”, che espone le fotografie realizzate da rifugiati e richiedenti asilo, durante un laboratorio attivato dalla cooperativa Camelot.”Porte aperte all’accoglienza” venerdì 19 giugno a partire dalle 11 nella struttura di accoglienza “Jerry Masslo” gestita da Camelot. “Sarà l’occasione per visitare di persona una delle case dove vivono i richiedenti asilo, incontrarli e ascoltare direttamente le loro storie – spiega la presidente di Camelot Anna Baldoni – perché solo attraverso la conoscenza delle attività di accoglienza è possibile capire che questa situazione rappresenta un’opportunità per il territorio e un’opportunità di lavoro”.

La Giornata del Rifugiato coinvolgerà anche il Comune di Cento, dove a detta dell’assessore Massimo Manderioli “la situazione è controllata e integrata”, che venerdì 19 giugno alle 21.30 ospiterà nel Piazzale della Rocca il concerto “Al di là del porto c’è solo l’ampio mare…” con musiche e balli africani proposti da Dioubate & Anyewa Mandegi. La giornata non sarà quindi solo l’occasione per conoscere culture differenti dalla nostra, ma anche per scoprire come queste si fondono in un’integrazione comune. Tra le esperienze più positive figura quella del volontariato. “Attualmente ospitiamo 24 richiedenti asilo – spiega Giuseppe Sarti dell’istituto Don Calabria – Città del Ragazzo – e quasi tutti i ragazzi sono impegnati in attività di volontariato per sentirsi parte integrante del territorio e per restituire almeno in parte l’aiuto che ricevono”.

“Siamo a testimoniare che, nonostante il numero così ingente di immigrati, è possibile l’accoglienza – conferma don Domenico Bedin, presidente dell’associazione Viale K – per costruire un futuro nuovo e per dare una svolta positiva alla nostra storia. Siamo in una fase epocale in cui ci sono delle scelte fondamentali da compiere: scegliendo l’accoglienza, noi nella storia ci poniamo dalla parte giusta di chi desidera un mondo senza frontiere superando i luoghi comuni e le paure”. Alla chiara posizione di Bedin si affianca quella di Maurizio Pesci dell’Asp, stanco delle “speculazioni dal punto di vista mediatico” perché i rifugiati sono davvero un “arricchimento dal punto di vista sociale ed economico”. “Le ricadute economiche sul territorio sono positive” assicura Pesci che fa sapere che “nei prossimi mesi arriveranno 5 milioni e 110mila euro dal ministero dell’Interno per l’accoglienza dei profughi”. Ma l’arricchimento è soprattutto sociale: “Questo picco di arrivi fortunatamente proseguirà nei prossimi mesi e anni – conclude il rappresentante dell’Asp – perché le contaminazioni tra culture diverse portano un valore aggiunto a questa società”.

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