Politica
10 Giugno 2015
Il vescovo 'scomunica' i testi di Casaleggio ed estende la riflessione a tutto l'elettorato pentastellato

Negri, ‘anatema’ sui grillini: “Non dovrebbero venire in chiesa”

di Ruggero Veronese | 3 min

negriSembrano passati secoli dai tempi delle ‘scomuniche ai comunisti’ inaugurate nel luglio del ’49 e che nel bene e nel male hanno condizionato la politica italiana del dopoguerra. Ma se è vero che l’ascia di guerra tra la cristianità e il mondo della sinistra sembra ormai sepolta (“Quando parlano si potrebbe dire loro: ma voi siete cristiani. Marx non ha inventato nulla”, sosteneva l’estate scorsa Papa Bergoglio), c’è una nuova dottrina politica che secondo il l’arcivescovo di Ferrara e Comacchio sarà sempre in contraddizione con i precetti del cattolicesimo: quella del Movimento 5 Stelle. O forse sarebbe meglio dire quella dell’ideologo del movimento Gianroberto Casaleggio, che nei propri libri indossa spesso e volentieri gli abiti del guru e, tra profezie su un ‘nuovo ordine mondiale’ e il superamento di partiti e religioni, si spinge in riflessioni che vanno parecchio oltre il reddito di cittadinanza o l’opposizione al governo Renzi.

Ed è proprio contro questi concetti che dalle colonne de Il Messaggero si scaglia il vescovo, con parole di condanna che sembrano veri e propri anatemi a tutto l’elettorato del movimento. “Cosa ci vengono a fare i grillini a messa? – si chiede provocatoriamente Negri -. A chi non crede nella Trinità e pensa che tutto si possa costruire con le proprie mani, compreso la salvezza… beh, ne tragga le conseguenze”. I giudizi negativi del vescovo verso il Movimento 5 Stelle non sono una novità, visto che già in passato il prelato arrivò addirittura a comparare la nuova forza politica al nazismo.

Ma come mai una condanna dai toni così forti? Tutto deriva dal ‘peccato originale’ del Movimento, ovvero lo “scientismo tecnocratico” promulgato nei libri di Casaleggio, che “diffondono l’idea sbagliata che l’uomo è uguale a Dio. È un’eresia. Si affidano poi alla tecnologia della rete per le scelte più importanti dal punto di vista sociale, etico, morale, politico. Insomma: il movimento in questo senso genera la formazione del pensiero unico da diffondere grazie al web. Questa deriva non è uno scherzo”. Pur sottolineando che “si tratta di una provocazione” e non di una vera scomunica verso gli elettori pentastellati, il messaggio di Negri non è nemmeno dei più concilianti verso la ‘galassia grillina’: “Chi ritiene di avere come punto di vista una sostanziale equiparazione tra l’uomo e Dio, e che l’autorità suprema delle scelte è la rete, beh, per coerenza nemmeno dovrebbe venire in chiesa. Mi chiedo che senso abbia la partecipazione a un mistero come l’eucarestia, che è Cristo che si è fatto uomo”.

Piccola ‘sosta ai box’ per chi non fosse pratico di ‘ideologia pentastellata’: è vero, come sostiene Negri, che cristianesimo e Movimento 5 Stelle sono incompatibili? In un certo senso sì, visto che nei testi di Casaleggio si parla apertamente di un mondo ideale privo di religioni istituzionalizzate. “L’uomo è Dio – si sente nel suo documentario Prometeus -. In Gaia partiti politici, ideologie e religioni scompariranno”. Ma occorrerebbe anche porre alcuni distinguo, specificando che molti elettori pentastellati conoscono Casaleggio soltanto per la strana acconciatura e non si sono mai interessati ai suoi testi ‘filosofici’. Così come nel dopoguerra parecchi comunisti o socialisti andavano in chiesa senza pensare troppo al materialismo storico di Marx o che la religione fosse l’oppio dei popoli di cui parlava Mao.

Certo è che, almeno a Ferrara, la chiesa sembra avere un conto in sospeso con il Movimento 5 Stelle. Sarà per la ‘tassa sulle manifestazioni religiose’ proposta (e bocciata) in consiglio comunale prima dell’approvazione della manovra fiscale? Il giornalista de Il Messaggero chiede lumi al vescovo: “Si sono battuti per far pagare alla Chiesa – risponde Negri – una tassa sulle manifestazioni religiose che transitano davanti al duomo. La cosa non è passata. A parte questo, non ci sono problemi di sorta. All’inizio me la sono presa e avevo criticato il loro giacobinismo. Dopo mi sono pure pentito di averlo detto anche se la maggioranza dei Cinque Stelle non sa nemmeno chi siano i giacobini. Oggi, purtroppo, sono in tanti a non conoscere più la storia”.

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