De Gregori canta e incanta il Comunale
Teatro gremito per la tappa ferrarese del tour "Vivavoce" del cantautore
Giacca scura, scarpe a punta, e l’immancabile cappello in testa. Si presenta così Francesco De Gregori nella sua tappa ferrarese di Vivavoce Tour, davanti a un teatro Comunale completamente pieno. A 64 anni da poco compiuti, ‘Il Principe’ non perde colpi, anzi, sembra essere rinato per dar vita a una nuova fase della sua ormai lunga carriera. Lasciato alle spalle l’impegno politico di una volta, ora De Gregori è più sollevato e gioca con le proprie canzoni, rimodellandole musicalmente. Divertendosi e facendo divertire.
Già dalle prime canzoni del cantautore, il pubblico del teatro Abbado di Ferrara rimane stregato dalla bravura di “tutta la banda”, come la chiama De Gregori durante la serata, ovvero il bassista (nonché produttore del disco Vivavoce) Guido Guglielminetti, Paolo Giovenchi, Alessandro Valle e Lucio Bardi alle chitarre, Alessandro Arianti all’hammond e al piano, Stefano Parenti alla batteria, la violinista Elena Cirillo e i fiati Giorgio Tebaldi (trombone), Giancarlo Romani (tromba) e Stefano Ribeca (sax).
Il tour, partito il 20 marzo da Roma, porta nei teatri ‘Vivavoce’, il doppio disco (e già disco di platino) in cui De Gregori e banda hanno ri-registrato 28 tra i più significativi brani dell’artista, creando su di essi nuovi arrangiamenti. Quello della banda di De Gregori infatti è un coro di strumenti che riempie tutti gli spazi del Comunale e sorprende il pubblico, compiaciuto di fronte a uno spettacolo davvero energico, ‘vivo’. Quanto alla voce, quella di Francesco De Gregori non sembra temere il passare degli anni e insieme ai dieci musicisti presenti sul palco dona momenti di magica poesia.
De Gregori e compagnia iniziano il concerto con brani come “Ti leggo nel pensiero” e con “Viva l’Italia”, per passare poi alle applauditissime “Bellamore”, “Il canto delle sirene” e “La leva calcistica della classe ’68”. Appoggia la chitarra e, mani in tasca, canta “La testa nel secchio”. Riprende la sua chitarra per “Generale”, tra le canzoni più attese. Con “Sotto le stelle del Messico a trapanar” arriva sul palco anche una fisarmonica e quando finisce, De Gregori saluta il pubblico di Ferrara: “Non vi arrabbiate se non faccio chiacchiere – scherza – ora vi faccio sentire un altro po’ di canzoni pallose da cantautore”. Intona così brani come “Niente da capire”, l’energica “L’abbigliamento di un fuochista”, la ben interpretata “Titanic”, molto apprezzata dai presenti in sala con un lungo applauso, “Buonanotte fiorellino” e “Vai in Africa Celestino!”. C’è spazio anche per un corposo bis, che parte con “Alice” suonata in acustico a due chitarre, per passare a “Il ‘56” con tutta la banda di nuovo sul palco. “La donna cannone” e “Rimmel” rimangono per ultime in scaletta e concludono il concerto durato ben due ore.
Non è finita. Quando tutto sembra essere concluso e la gente sta per avviarsi all’uscita, i musicisti ritornano in scena con una ‘Buonanotte fiorellino’ più elettrica e ritmata. Una buonanotte dedicata a Ferrara. “È finita, ora è davvero finita. Bueno, bueno”. De Gregori saluta e ringrazia i presenti e lascia al pubblico una sana leggerezza conquistata negli anni, con gli anni.