Declino, scempio e rinascita. Sono le tre fasi che ha attraversato il Teatro Nuovo di Ferrara negli anni recenti, con l’ultima fase, quella della rinascita, che verrà portata a compimento il 26 aprile con la sua inaugurazione ufficiale dopo complessi lavori di restauro e recupero. E’ uno splendido “regalo alla città” – come sottolineato in conferenza stampa – nel quale il nuovo proprietario Giovanni Di Matteo della Teatro Nuovo Ferrara Srl ha creduto fin dall’inizio, investendo ingenti risorse per porre rimedio ai danni lasciati dal turbolento trasloco della vecchia gestione e in seguito dal terremoto.
La rinascita strutturale sarà ovviamente accompagnata da una rinascita artistica, affidata alla direzione di quel Franco Pulvirenti noto nel mondo dello spettacolo per essere stato general manager di tanti artisti di fama, organizzatore di opere e tour internazionali. A lui è affidato il compito di imbastire la prossima stagione teatrale, quella del 2015-2016, ma nel frattempo ha pensato di portare proprio a Ferrara la produzione di un’opera lirica, “La Capinera”, melodramma moderno scritto da Gianni Bella con liriche di Mogol e libretto di Giuseppe Fulcheri (con la supervisione artistica della figlia di Gianni Bella, Chiara, e Luca Lanza nel ruolo di project manager) che debutterà in prima mondiale al Cremlin Palace di Mosca il 27 ottobre. Al Teatro Nuovo quest’estate gli artisti (cantanti, orchestra e coro) proveranno i due atti dell’opera – ispirata a “Storia di una capinera” di Giovanni Verga – con prove aperte al pubblico nel mese di settembre e una probabile prima nazionale che gli organizzatori hanno promesso di portare proprio a Ferrara.
Gli stessi Gianni Bella e Mogol saranno in città il 26 aprile in occasione dell’inaugurazione, prevista per le ore 17.30, per tagliare il nastro assieme al sindaco Tiziano Tagliani e assistere poi al successivo spettacolo che permetterà di aprire finalmente il sipario del Teatro Nuovo. Sul palco, dopo un cocktail di benvenuto, si esibiranno diversi artisti, dall’imitatrice Emanuela Aureli al cantante Paolo Mengoli, dal comico Lucio Caizzi alla cantante centese Stefania Cento, fino al tenore Massimiliano Drapello e al soprano Annalisa Massarotto. Solo un piccolo assaggio prima della futura stagione teatrale, che Pulvirenti sta imbastendo con spettacoli vari e che inizierà nel mese di ottobre. Poche le anticipazioni da parte di Pulvirenti, che annuncia un cartellone eterogeneo “aperto a tutti i i generi, dalla prosa alla lirica, dal cabaret all’operetta, senza dimenticare la musica leggera”. Gli unici nomi anticipati in conferenza stampa sono quelli di Massimo Ranieri, di Giuseppe Fiorello (con la sua produzione su Domenico Modugno) e del violinista Uto Ughi. Ampio spazio invece all’opera di Gianni Bella e Mogol, “La Capinera”, con una replica puntuale alla critica di un commentatore di Estense.com, certo Alcoor, sul “nuovo che avanza”. “Meno male – aveva scritto il nostro lettore – che Pulvirenti aveva annunciato una programmazione giovane”. “Mogol e Bella – risponde Pulvirenti in conferenza stampa – non sono né vecchi né giovani, sono la storia. Questo è il nuovo che avanza. Due artisti che vengono dal pop e che insieme hanno fatto una lavoro magnifico. Lo stesso Pavarotti, non certo l’ultimo arrivato, disse testualmente a Gianni Bella: “Non ci credo che l’hai scritta tu”. Anche questa, dunque, è una cosa moderna”.
Chiara Bella ha seguito il lavoro del padre fin dalle prime battute, un lavoro scritto in cinque-sei anni che lo ha impegnato totalmente. “L’idea – spiega Chiara Bella – è partita da Giuseppe Fulcheri, quindi mio padre si è buttato anima e corpo nel progetto. Procedendo nel lavoro ha sentito però l’esigenza di coinvolgere la voce lirica, poi nel 2009 ha coinvolto Mogol, che in un primo momento ha avuto qualche perplessità, poi ascoltando un paio di romanze si è convinto e ha iniziato a scrivere. Il 26 aprile, per l’inaugurazione, avremo occasione di ascoltare un medley delle arie più importanti dell’opera, per circa 12 minuti di ascolto”.
Pulvirenti ha reso merito allo “sforzo incredibile” di Di Matteo nel far rinascere lo storico teatro, “senza risparmiare sui materiali”, ricordando lo shock iniziale nello scoprire, l’11 maggio del 2012, lo stato in cui era stato lasciato dalla precedente gestione. “Anche voi – ricorda poi l’assessore alla Cultura Massimo Maisto rivolgendosi ai giornalisti che erano presenti quel giorno – avevate visto lo scempio. Il recupero di uno spazio come questo, che sta a cuore a tutti noi, è una delle più belle notizie di questo 2015, oltre che un’importante opportunità per la Ferrara economica e turistica. Mi auguro che anche altri privati possano fare altrettanto per la cultura”.
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