Cronaca
20 Aprile 2015
Doveva essere uno dei fiori all'occhiello per la città, ma da oltre 25 anni è preda del degrado

Palaspecchi, tutto iniziò 30 anni fa

di Redazione | 2 min

palaspecchiNel 1985 i primi permessi edilizi per costruire quello che sarebbe dovuto essere uno dei fiori all’occhiello della città, il più moderno dopo i monumenti storici che fanno la fortuna artistica, culturale e turistica di Ferrara.

A circa due chilometri dal ghetto ebraico e dal Castello Estense il Palazzo degli Spechi ancora oggi appare come una scintillante e moderna struttura di vetro e cemento – basta non avvicinarsi troppo – che avrebbe dovuto ospitare appartamenti, uffici e servizi pubblici (circa 7mila persone, assieme a un hotel di lusso e a uffici) e che invece ora ospita qualche abusivo o qualche ragazzino con manie distruttive o con aspirazioni – solo quelle a guardare gli scarabocchi lasciati sui muri – da artista.

I lavori per il Palaspecchi terminarono nel 1989, appena tre anni dopo la partenza dei cantieri. Quei 50mila metri quadri valevano, all’epoca, di circa 500 miliardi di lire, frutto del lavoro svolto dalla CoopCostruttori di Giovanni Donigaglia su commissione della Società Estensi di Gaetano Graci – socio assieme a Francesco Finocchiaro -, due dei principali sponsor della struttura, ma anche due dei “Quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa” (insieme a Carmelo Costanzo e Mario Rendo) come li soprannominò il giornalista Pippo Fava per le loro presunte connessioni con il clan catanese dei Santapaola.

Graci venne arrestato all’indomani della conclusione dei lavori e tutto il complesso venne sequestrato, decretandone la rovina.

Col passare degli anni, infatti, in assenza di qualsivoglia manutenzione, il degrado si è impadronito del palazzo, complice anche il vandalismo che ha potuto agire indisturbato per lungo tempo.

Nel 2002 qualcosa iniziò a muoversi per il verso giusto con l’acquisizione da parte della romana Parnasi del PalaSpecchi, rilevata dal patrimonio in liquidazione di Graci. Anni dopo anche la ‘mano pubblica’ decise di prendere qualche provvedimento, facilitandone il recupero rimuovendo il vincolo urbanistico in cambio della promessa di portare a Palazzo degli Specchi una delegazione degli uffici comunali, prima fra tutte il comando della Polizia Municipale.  Il primo lotto di lavori sarebbe dovuto partire entro fine 2013 ma, per rendere ancora più consistente l’opera di recupero (anche se allungando i tempi), è stata inserita anche un nuovo progetto: quello del social housing grazie a un accordo tra Acer e Cassa Depositi e Prestiti per la costruzione di 270 alloggi a canone calmierato.

Oggi, a 25 anni di distanza dalla fine dei lavori, Ferrara attende di veder rinascere il suo piccolo gioiellino moderno: giugno sarà il mese della verità.

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