Riconoscimento internazionale per Paolo Zamboni
La Società internazionale per lo studio delle malattie neurovascolari gli conferisce la Gold Medal Award
Un importante riconoscimento internazionale nel campo delle malattie vascolari è stato conferito a Paolo Zamboni, direttore del centro malattie vascolari dell’Ospedale Sant’Anna di Ferrara, scopritore della Insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi), nel corso dell’incontro dello scorso fine settimana a Napoli dell’Isnvd, la Società internazionale per lo studio delle malattie neurovascolari.
La società internazionale in tema di disturbi neurovascolari ha conferito allo scienziato ferrarese la Gold Medal Award 2015 per mano di Ziv J. Haskal, di Baltimora.
Paolo Zamboni ha individuato alcuni anni fa, nei malati di sclerosi multipla, una patologia venosa chiamata Insufficienza venosa cronica cerebrospinale: si tratta di malformazioni delle vene giugulari e della vena dorsale azygos, che impediscono al sangue di defluire normalmente dal cervello verso il cuore. Lo stesso Zamboni ha indicato una cura per molte di queste malformazioni: si tratta di un intervento chirurgico mini invasivo, l’angioplastica dilatativa venosa (Pta), operazione praticata, per le arterie, da oltre trent’anni.
La Ccsvi è stata riconosciuta nel 2009 e nuovamente nel 2013 dall’Unione internazionale di flebologia (Uip), massimo organismo internazionale che si occupa di questo tema. Contestualmente, è stata riconosciuta la terapia indicata da Zamboni.
Lo studio delle alterazioni vascolari cerebrali viene ritenuto ormai fondamentale, nella neurodegenerazione, dai massimi esperti internazionali, come emerso anche dall’Isnvd a Napoli.
Zamboni è il principal investigator della sperimentazione clinica nazionale sulla sicurezza ed efficacia dell’angioplastica dilatativa venosa nella sclerosi multipla, per la quale l’arruolamento è terminato tre mesi fa e che darà a breve molte risposte alla comunità scientifica e ai malati.
Attualmente, è inoltre impegnato in un altro progetto tutto italiano, frutto della collaborazione tra la Scuola di Medicina e la facoltà di Fisica di Ferrara, che vede protagonista l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta di ‘Drain Brain’, un progetto che vuole procurare nuovi elementi, in particolare per ciò che viene definito l’ “asse cuore-cervello”, studiando per esempio il ritorno venoso del sangue verso il cuore.