Eventi e cultura
12 Marzo 2015
Oltre cento opere esposte per ridefinire il concetto di “figurazione” nell’arte contemporanea

Palazzo Racchetta riapre con “Tran-sfigurazione”

di Redazione | 3 min

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Palazzo della Racchetta riapre, dopo la pausa invernale, con una grande ed ambiziosa mostra d’arte contemporanea, in concomitanza con la Maratona di Ferrara che proprio nello storico e centralissimo palazzo di via Vaspergolo avrà il suo quartier generale. Si tratta di una mostra organizzata dalla Camel Home Gallery di Ferrara in collaborazione con Zamenhof Art di Milano e curata da Virgilio Patarini che radunerà nel suo allestimento definitivo 100 opere di 11 artisti emergenti provenienti da tutta Italia, con lo scopo dichiarato di ridefinire un concetto contemporaneo e post-moderno di “figurazione” , tra pittura, fotografia, scultura e installazioni.

Dice lo stesso Patarini nel testo introduttivo della mostra, a proposito di questa nuova “Figurazione” contemporanea, che si tratta di “una figurazione attraversata, trafitta, tradita, ritrovata e sfigurata, tramandata e al tempo stesso rimandata, abbozzata, non finita, inquieta, in dissolvenza, in ambigua ambivalenza tra memoria e oblìo, in crisi di identità o forse, meglio: in piena presa di coscienza della propria identità multipla, schizofrenica, mutevole e post-moderna, incline al declino e proprio per questo forte della sua fragilità, consapevole della propria consistenza effimera, fantasmatica, famelica e cannibale e al tempo stesso anoressica”.

Insomma una figurazione post-moderna che cerca di andare “oltre il principio di non contraddizione, uguale a se stessa e sempre diversa, coerentemente incoerente, nostalgica di un passato mai davvero vissuto e forse nemmeno compiutamente immaginato, che risorge dalle sue ceneri e di cenere è fatta, e di fumo che il vento disperde e di fiamme sull’acqua. Una figurazione sincopata, ondivaga…” Per usare una metafora si potrebbe dire che questa “figurazione” è come una “bussola impazzita che si rifiuta di decidere una volta per tutte da che parte sta il nord, un’amante fedele solo nell’ora del tradimento, presenza assente, assenza sempre presente, segno di contraddizione, disegno senza contorni, sconfinato confine, modo smodato, snodo riannodato, grumo di sangue e sospiri, carezza che ferisce, problema sempre aperto, insoluto”.

Una figurazione in cui “il come e il che cosa si scambiano di ruoli, in un gioco di specchi in frantumi in cui è difficile dire se sia l’immagine che è a pezzi o il mezzo che la riflette. O l’anima che in quell’immagine si riflette e riflette su quell’immagine. Forma che si traveste da materia e viceversa, nudo travestimento. Un gioco di specchi in cui lo spettatore contemporaneo potrebbe riconoscersi e riconoscere le proprie inquietudini, poiché “niente è ciò che sembra e tutto sembra nulla”.

La mostra sarà aperta in anteprima e visitabile da tutto il pubblico e dai partecipanti della Maratona, in un allestimento ridotto di circa 40 opere, da venerdì 13 a domenica 15 marzo. Sarà poi visitabile nel suo allestimento definitivo a partire da martedì 17 marzo, tutti i giorni dalle 15 alle 18, ad ingresso libero, fino a domenica 29 marzo.

Proprio l’ultimo giorno, domenica 29 marzo alle 17, si svolgerà una festa di “finissage” della mostra con la presenza di numerosi artisti, rinfresco, e presentazione critica della mostra e oltre che del correlato volume “Trans-Figurazione” pubblicato per l’occasione da Zamenhof Art Edizioni. In esposizione si potranno ammirare le opere di Simone Boscolo, Valentina Carrera, Amos Crivellari, Dennis Fazio, Ezio Mazzella, Diego Palasgo, Virgilio Patarini, Andrea Pirani, Simona Ragazzi, Ivo Stazio, Edoardo Stramacchia.

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