Eventi e cultura
10 Marzo 2015
Conferenza al Museo del Risorgimento e della Resistenza per il centenario della Prima Guerra Mondiale

La Grande Guerra dei bersaglieri

di Redazione | 3 min

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di Valentina Cioni

In occasione delle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale, presso il Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, si è svolta la conferenza dal titolo: “I Bersaglieri nella Grande Guerra”.

L’evento è stato promosso da Unuci (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo), dall’Associazione Nazionale Bersaglieri (Anb) di Ferrara, dall’Isco (Istituto Storia Contemporanea) e dall’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra.

L’appuntamento, è nato in concomitanza con la mostra: “E Beltrame disegnò la Grande Guerra”. Fruibile fino all’8 marzo, raccoglie i lavori grafici di Beltrame per la Domenica del Corriere risalenti, appunto, alla Grande Guerra. Insieme alle prime pagine illustrate di Beltrame, sono presenti anche i primi reportage fotografici dal fronte. Reportage che arrivano dai paesi d’oltralpe: dal francese “Le Miroir”, al tedesco “Illustrierte Kriegs – Zeitung – Das Weltbild”. Pagine di giornale ingiallite dal tempo, in bianco e nero, forti di una vividezza senza mezzi toni che è quella del fronte e degli orrori della guerra.

Al centro dell’esposizione risalta una foto: il corpo di un soldato appeso al ramo spoglio di un albero, lontano e irraggiungibile. Nasce così un confronto necessario, con le immagini dai colori vibranti di Beltrame e la spoglia realtà del primo giornalismo al fronte.

In questo contesto, nel pomeriggio di giovedì 5 marzo, il generale Franco Scaramagli ha aperto una porta sul mondo del corpo di fanteria più conosciuto in Italia. Un punto di vista storico, che entra all’interno delle dinamiche dei Bersaglieri, da chi l’ha vissuto in prima persona. Al di là del luogo comune delle fanfare.

Il viaggio storico inizia con la fondazione del corpo, quando il generale Alessandro La Marmora interprete del cambiamento delle tattiche militari formula la: “Proposizione per la formazione di una compagnia di Bersaglieri e modello di uno schioppo per suo uso.” Un’idea che derivava dalla “guerra di movimento” napoleonica e dalla necessità di utilizzare armi velocemente caricabili. Una proposta di successo: il 18 giugno 1836, il re Carlo Alberto istituisce il Corpo dei Bersaglieri, il cui battesimo di fuoco avverrà nel 1848 nella battaglia di Goito.

Una storia creata non solo sul campo di battaglia, ma anche attraverso quello che è diventato un fenomeno di costume. Marmora ne disegnò l’uniforme tanto famosa: i cappelli con i pennacchi di piume corvine di gallo cedrone, i guanti neri.
Il Gen. Scaramagli mostra anche il fez, ricordando la battaglia della Cernaia: un chiaro retaggio orientale che dimostra fin dove è arrivato l’intervento dei Bersaglieri.
Senza andare in estremo oriente (i militari arrivarono fino in Cina durante la rivolta dei Boxer), la stessa Ferrara ha vissuto da protagonista la storia dei Bersaglieri durante la Prima Guerra d’Indipendenza. Esponente di primo piano il conte Tancredi Mosti Trotti Estense che reclutò nelle file dell’esercito 200 unità di volontari ferraresi: i Bersaglieri del Po.

Un posto di rilevanza, lo ottiene anche l’utilizzo della biciletta nel 1906: proprio il mezzo a due ruote (all’epoca arrivava a pesare anche una ventina di chili), andò a rinforzare le truppe di terra. Scaramagli ricorda come alcune si potessero piegare a metà, oppure avessero diversi rapporti per affrontare le salite di montagna.

Il generale, non esita a concludere con una nota ferma la sua ricostruzione storica: “Le guerre sono sempre ecatombi, anche le attuali missioni di pace sono rischiose”. Ospite alla conferenza anche il prefetto Michele Tortora, che svela un nuovo progetto: una mostra di cartoline del pittore abruzzese Cascella, che ricorda i fatti della Prima Guerra Mondiale ed avrà luogo per alcune settimane a partire dall’inaugurazione del 17 marzo, in ricordo dell’Unità d’Italia.

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