Politica
8 Marzo 2015
Il corteo si ferma davanti alle due sedi: “Conniventi con i padroni”

I Cobas sfidano Cisl e Lega

di Redazione | 2 min

20150307_154606di Francesco Altavilla

“Passare davanti alla sede della Cisl ha voluto essere una sfida e un’accusa ai grandi sindacati confederati” afferma Simone Carpeggiani responsabile del sindacato di base SiCobas, che nel pomeriggio di ieri ha manifestato contro la revoca dell’appalto da parte di Mirror alla cooperativa L.K. con la conseguente perdita del posto di lavoro per 14 lavoratori.

Un guanto di sfida lanciato dal sindacato autonomo e dai gruppi di lavoratori autoorganizzati, a quelli che vengono descritti “sindacati che non lottano”, il cui immobilismo e la cui connivenza con i “padroni” sono state la principale ragione per cui la manifestazione ha sfilato davanti alla sede della Cisl. “Fu proprio un esponente di spicco della Cisl nel novembre 2012 ad invocare delle democratiche manganellate contro i lavoratori in lotta della Coop. Adriatica di Anzola” ci ricorda una ragazza, Eleonora, del Laboratorio Crash di Bologna, giunto in forze a Ferrara per dare sostegno concreto alle rivendicazioni dei lavoratori in lotta.

Anche la sede provinciale della Lega Nord è stata interessata dal passaggio della manifestazione. Nonostante non si siano verificati episodi di violenza, ad esclusione di alcuni cori che sono però un effetto collaterale più che previsto delle manifestazioni. “La Lega ha da subito assunto una posizione ostile nei riguardi dei 14 lavoratori della Mirror, chiedendone l’espulsione in quanto immigrati” ha aggiunto Carpeggiani dei SiCobas. “Passando davanti alla sede della Lega Nord ne abbiamo voluto denunciare i recenti legami con i gruppi della destra più reazionaria e xenofoba, un legame che contribuisce ad alimentare questo clima di diffidenza verso i lavoratori stranieri che fa buon gioco alle logiche padronali di cui è braccio esecutivo” ha aggiunto un’esponente del Laboratorio Crash.

Parlano anche i lavoratori che hanno perso il posto, e che aspettano ancora – ci dicono – la mensilità di agosto. “Abbiamo lavorato fino a 16 ore la giorno nei giorni successivi al terremoto, vedendoci retribuite solo 8 ore, adibiti anche a mansioni diverse dal facchinaggio”. Tutti e 14 i facchini lavorano da almeno sei anni per la cooperativa e le aziende connesse. Tra queste, sostengono, anche la “Ceramica Sant’Agostino, perché i prodotti che trasportavamo erano anche loro. Per questo sciopereremo anche davanti ai loro cancelli”.

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