Egregio Direttore,
C’è un posto, a Ferrara, dove il tempo si è fermato. È un posto apprezzato da poeti, artisti, italiani e internazionali, luogo di ispirazione di romanzi e di poesie che stanno facendo il giro del mondo e del web. Un posto che i ferraresi conoscono e che l’amministrazione disconosce. È la caffetteria “Schifanoia”, nata dall’iniziativa di un giovane artista, Simone Bavia, e oggi a rischio chiusura perché qualcuno, in Comune, non ha il cuore di capire che dopo un sisma non ci si rialza come se nulla fosse passato. Le scosse hanno generato debiti. E le tasse sempre lì, come un avvoltoio che non aspetta altro che una debolezza per colpirti. Così quel posto, oggi, ha i giorni contati. Un mese, e il giardino dei poeti sarà solo un lontano ricordo. Se vi collegate a “Google” e digitate “Ali Smith”, “How to be both”, lo troverete citato, come se fosse un quadro di Monet o una sinfonia di Beethoven, come un Eden senza tempo. Ali Smith è una scrittrice anglosassone che pubblica in 30 lingue e “How to be both” è il suo ultimo libro.
Tra quelle pagine l’autrice parla del “palace of escaping from boredom”, ossia del palazzo dove si fugge dalla noia. “Schifanoia”, in sintesi, e il ritiro dei poeti che accoglie sul retro. Ali Smith ha saputo la brutta notizia e ha mandato a tutte le istituzioni ferraresi il proprio appello: “Please do something to save”, “fate qualcosa per salvare” caffetteria Schifanoia. Noi ci siamo, e voi? Simone ha dato vita a questa realtà, l’ha fatta nascere dal niente, 17 anni fa. L’ha fatta rinascere dopo il sisma. Ha avviato un bookshop, ha messo in rete il trecentesco palazzo estense con perle del calibro di Villa Borghese e degli Uffizi.
Il suo intuito ha consentito a Ferrara di comparire sui giornali del Regno Unito. La sua iniziativa ha contribuito a far circolare il nome di Ferrara in tutto il mondo. E, per tutta risposta, oggi lo si vorrebbe ricambiare con una cacciata da Schifanoia, neanche troppo garbata.
Le decisioni imposte non ci sono mai piaciute, l’ingratitudine ancora meno. Per noi Simone Bavia merita di essere ascoltato e aiutato. Noi siamo con lui, e invitiamo tutti a sottoscrivere la petizione avviata, e a non fargli mancare la nostra solidarietà, anche dal web (su Facebook potete digitare “Caffetteria Schifanoia #vincelospirito”). Siamo sicuri che Ferrara, i suoi turisti e i tanti artisti che la caffetteria dei poeti ha conosciuto non saranno insensibili ai nostri appelli. Vogliamo augurarci che anche il sindaco, Tiziano Tagliani, possa tornare sui suoi passi. Una città che si vuole bene tutela i propri gioielli più preziosi. L’alternativa si chiama tafazzismo, ma la lasciamo agli spettacoli comici.
Cordialmente,
Alan Fabbri