Cronaca
17 Febbraio 2015
La Rai intervistano le due ferraresi che si sono sposate in Spagna e chiedono la trascrizione delle unioni omosessuali

Chiara, Roberta e il San Valentino dei diritti

di Ruggero Veronese | 3 min

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ImmagineUn amore che dura da 15 anni, un matrimonio, due figlie gemelle, la quotidianità di una famiglia unita e mai attraversata da una delle tante crisi coniugali che mettono l’Italia al primo posto nel numero di separazioni e divorzi nelle famiglie ‘tradizionali’: secondo l’Istat circa 140mila nel 2012, uno ogni 4 minuti. Eppure per Chiara e Roberta la strada resta ancora tutta in salita. Almeno fino a quando l’Italia non riconoscerà, come già avviene nella stragrande maggioranza dei paesi europei, i matrimoni o i legami civili tra le persone dello stesso stesso. Le due ferraresi però non si arrendono e sono le protagoniste della campagna TrascriviAmo, organizzata con il supporto delle associazioni Circomassimo Arcigay, Arcilesbica e Agedo, con cui fanno una semplice – almeno a parole – richiesta al chiedono al sindaco di Ferrara di “adottare la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero, qualora la richiesta di trascrizione di matrimonio tra persone dello stesso sesso giunga presso i suoi uffici”.

Immagine2Sono state le telecamere di Rai Tre a entrare nella casa di Chiara e Roberta, documentandone la loro quotidianità e raccogliendo il loro appello per la parità dei diritti civili. Ovvero per arrivare anche in Italia – o almeno per avvicinarsi – alla situazione che ha permesso loro di sposarsi regolarmente a Barcellona. Ma gli esempi, oltre alla Spagna, non mancano: in Europa anche Portogallo, Francia, Belgio, Olanda, Regno Unito, Islanda, Norvegia, Svezia e Danimarca permettono i matrimoni omosessuali, mentre tra le nazioni che hanno legittimato le unioni civili compaiono Irlanda, Svizzera, Austria, Germania e Finlandia. E spostando lo sguardo nel resto del mondo anche numerosi stati degli Usa o paesi come Brasile, Argentina, Uruguay, Sudafrica e Nuova Zelanda hanno legalizzato a tutti gli effetti il matrimonio.

“Io e Chiara – racconta Roberta agli inviati Rai – stiamo insieme da 15 anni. Nel 2010 era arrivato il momento del grande passo, e non potendolo fare qui in Italia e avendo un legame molto forte con la Spagna, il paese che ci ha permesso di diventare genitori, abbiamo deciso di andare a sposarci là”. Nella penisola iberica infatti le due ferraresi sono riuscite ad avere l’ok per l’inseminazione artificiale e nove anni fa Roberta ha dato alla luce due gemelle, Emma e Giada, poi legalmente adottate anche da Giada. Per lei però, in Italia, la situazione è più complicata: “È assurdo che io passando un confine perda la mia famiglia, di botto. Non sono più sposata e non sono più un genitore. Servono tutele anche per le bambine, visto che in Italia sono figlie solo di Roberta che le ha partorite”. Soprattutto alla luce dei possibili inconvenienti che possono capitare alle ragazzine ben noti a tanti genitori: dal firmare permessi scolastici al recarsi con loro all’ospedale, per non parlare delle emergenze più drammatiche nel caso la madre ‘naturale’ si trovasse in difficoltà.

3Discorsi pragmatici ma che hanno molto peso nella vita di una famiglia, anche se naturalmente il vero punto chiave è uno solo: il diritto di poter amare e di poter godere delle proprie libertà, senza discriminazioni. “San Valentino è la giornata simbolica dell’amore – afferma Chiara – e anche noi chiediamo che il nostro diritto e il nostro amore venga riconosciuto”. Le due mogli, insieme ai rappresentanti delle asociazioni, si troveranno sotto il Volto del Cavallo fino al 17 marzo per raccogliere le firme a sostegno della loro iniziativa. Ma per Emma e Giada, in ogni caso, non cambierà molto. Abituate come sono a vivere in quella che dovrebbe essere l’unica famiglia naturale possibile: una famiglia felice.

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