Cronaca
12 Gennaio 2015
Il vescovo di Ferrara in un'intervista a Il Giornale interviene sui tragici fatti di Parigi

Negri: “Islam, unica religione che teorizza la violenza”

di Ruggero Veronese | 3 min

negri 2“Dio non è Allah, non predica morte”. Il titolo sulla prima pagina de Il Giornale sintetizza in maniera fin troppo eccessiva le parole del vescovo di Ferrara Luigi Negri, che in un’intervista pubblicata dal quotidiano di Alessandro Sallusti esprime le proprie riflessioni sui tragici fatti di Parigi. Una sintesi giornalistica che spinge alle estreme conseguenze un pensiero in cui, in ogni caso, le differenze tra Cristianesimo e Islam appaiono nette, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con la libertà di espressione e la legittimazione della violenza. E il giudizio complessivo del vescovo non fa alcuno sconto alla dottrina del Corano: “Alle religioni nelle quali la violenza è teorizzata e indicata come atto pratico – afferma Negri – ci si deve opporre con nettezza”.

Lo scopo dell’intervista sembra quello di rispondere a una domanda che anima i dibattiti almeno dall’11 settembre 2001: ovvero se la violenza del fondamentalismo sia intrinseca alla religione islamica o se non derivi da fatti storici e politici, con la religione a fungere da pretesto e strumento di propaganda. Il pensiero di Negri punta alla prima ipotesi, anche se alcuni distinguo sono opportuni: “Per la conoscenza che ho delle grandi religioni occidentali e asiatiche – afferma il vescovo -, la violenza non è nelle teorie ma è un fatto comportamentale. Più facilmente, come ha mostrato il ‘900, è l’ideologia condita da ateismo a produrre violenza. Fatta questa precisazione, l’unica religione che tematizza la violenza come direttiva teorica e pratica è l’Islam. Ma qui si apre un’altra riflessione. Nella sua essenza l’Islam è un’ideologia di origine teocratica, che rende quindi la religione strumento del regno”.

Proprio su questa violenza “come direttiva teorica” si potrebbe discutere a lungo, dato che anche il tristemente noto termine ‘Jihad’ può indicare, secondo gran parte dei teologi ‘moderati’ dell’Islam, semplici impegni civili come l’autodifesa o l’assistenza agli indigenti. Ma Negri non riconosce alla religione coranica gli stessi ‘alibi’ storici che portarono anche la cristianità a commettere atti di violenza: “I cristiani hanno potuto essere violenti – afferma il vescovo -, anche se non credo nelle dimensioni nelle quali spesso questo viene narrato, perchè hanno assunto le modalità di espressione e di comportamento del loro tempo. Di suo, il cristianesimo non è violento”. Diverso il discorso per l’Islam, in cui la violenza “ha tutt’altra natura perchè è intollerante verso chi non aderisce al credo musulmano. Noi cristiani siamo esortati dalla tradizione della Chiesa e dal magistero papale a non far prevalere i nostri istinti sulla dottrina”.

L’intervista si conclude con una parentesi sulla satira e sull’autoironia che, secondo Negri, sarebbe negata ai musulmani. Un argomento sul quale lo stesso vescovo ha ricevuto non poche critiche proprio lo stesso giorno dell’attentato di Parigi, quando il circolo Arci Bolognesi ha ritirato la locandina di un concerto punk dove compariva il prelato milanese con una bambola in mano. Quasi una ‘autocensura’ in questo caso, dal momento che Negri non intervenne pubblicamente per condannare l’immagine, ma non sono comunque mancati articoli e post in rete critici contro il vescovo, per non aver dimostrato esplicitamente la propria tolleranza all’iniziativa. “Se per ironia si intende la consapevolezza della differenza tra dottrina e modalità con cui viene riconosciuta, ben venga – conclude il vescovo -. Senza ironia la vita diventa insopportabile. Se invece significa disprezzo per i contenuti della fede, allora non ci sto. Nella cultura islamica non esiste la possibilità di ironizzare su certi eccessi dei credenti. Invece, nel mondo cattolico, l’autoironia dei cristiani è segno di adesione matura”.

Aggiornamento: per completezza di informazione, questo è il link al testo completo dell’intervista a Il Giornale, disponibile sul sito web del vescovo Luigi Negri.

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