Cronaca
8 Gennaio 2015
Dissacrante locandina per il concerto Arci. La direzione artistica si dissocia e ritira l'immagine: "Iniziativa di un singolo"

Il vescovo Negri testimonial punk. A sua insaputa

di Ruggero Veronese | 2 min

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ImmagineScherzo goliardico, provocazione culturale o una vera ‘benedizione’ della principale autorità religiosa verso il divertimento e la spensieratezza dei più giovani? La domanda è aleggiata per diverse ore mentre sui social network circolava una dissacrante locandina in bianco e nero, che ritraeva l’arcivescovo Luigi Negri in tenuta da cerimonia e con una bambola Barbie stretta tra le mani.

Un’immagine utilizzata per promuovere il concerto del prossimo 14 febbraio al circolo Arci Bolognesi, dove si ritroveranno a suonare quattro gruppi i cui nomi non suonano esattamente come inni alla morale cattolica: Death on/off; Yes, We kill; Vivere Merda e Thee Mutandas.

Che il rapporto tra la gioventù ferrarese – o almeno parte di essa – e il vescovo Negri, insediato nel dicembre 2012, non sia esattamente il più idilliaco non è una novità, come testimoniano le numerose polemiche sulla ‘movida’ (con tanto di presunti postriboli a cielo aperto) inaugurate dall’alto prelato. Ma usare l’immagine di Negri come locandina per un concerto punk/metal suona quasi come una dichiarazione di guerra. Al punto che la direzione artistica dell’Arci Bolognesi, contattata da Estense.com, ha preso le distanze senza indugi da un’iniziativa che, spiega il responsabile, “è stata ideata e realizzata dall’organizzatore di quella data, ma non ha nulla a che fare con noi ed è già stata ritirata”.

Non per nulla l’immagine incriminata non è mai uscita sulle pagine ufficiali dell’Arci Bolognesi, ma è stata pubblicata prima dal promotore della serata e poi da alcuni dei gruppi invitati al concerto. E non meraviglia che da quel momento, nel giro di una mattina e un pomeriggio, abbia letteralmente fatto il giro del web trovando centinaia di condivisioni tra i giovani ferraresi. “Purtroppo – spiega Simone Fresa, responsabile artistico del circolo – è stato un gesto isolato da parte di una persona che non ha fatto il dovuto filtro con noi. Gestiamo l’Arci Bolognesi da 10 anni e non è mai uscito niente di simile. Non fa parte del nostro stile, anche perché alcuni di noi sono credenti e non si sognerebbero mai di pubblicare una locandina del genere”.

Un incidente di percorso che quindi, nonostante il successo raccolto in rete, non ha a che fare con i responsabili del circolo, che si dicono pronti anche a sospendere l’evento nel caso di ulteriori polemiche. “Ci dissociamo completamente dalla locandina e ci piacerebbe inviare le nostre scuse alla curia per l’accaduto – continua Fresa -. Dovremo monitorare ancora di più le immagini che escono, visto quello accade coi social network, e potremmo anche sospendere l’evento se ci dovessero essere conseguenze”.

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