Desidero esprimere il mio accorato cordoglio per la triste scomparsa dell’architetto Lanfranco Viola, aggredito improvvisamente da una morte solitaria. Egli ha molto amato la città, di cui ha cercato di valorizzare le potenzialità edilizie, strutturali e architettoniche, il più delle volte inascoltato, ma ricevendo anche numerose adesioni, come si evince dai molti affettuosi saluti e apprezzamenti, che si leggono sui giornali, in particolare quelli diffusi in internet. Tanto più significativi, se si considera la sostanziale solitudine in cui è vissuto, specialmente negli ultimi anni della sua vita, rischiarata però sempre da un grande entusiasmo e sentimento positivo e ottimistico dell’esistenza.
Nutrivo per Lanfranco una profonda stima, nata nella mia lunga amicizia con sua madre con la quale, insieme a mio marito, ho vissuto momenti felici nei festeggiamenti dei compleanni, o delle feste tradizionali, oppure durante le piacevoli serate all’opera, nella magnifica cornice di Verona.
Vorrei qui esprimere anche un vivo ringraziamento, unito a quello di mio nipote Riccardo Carrà, alla Polizia di Stato di Ferrara, per l’alta professionalità con cui ha condotto le meste operazioni di indagine sull’improvvisa fine dell’architetto Viola. Gli operatori della Polizia si sono presentati anche a casa mia, per completare le loro notizie sulla fine di Lanfranco Viola, data la mia pregressa frequentazione della sua famiglia. Essi hanno mostrato una grande discrezione, un sicuro rispetto della triste vicenda su cui stavano indagando, una tempestiva procedura nelle indagini, con il supporto del personale medico.
Luisa Carrà