Tper, durante un incontro tenutosi venerdì scorso, ha confermato le voci che da tempo circolavano su una possibile esternalizzazione di una parte dei servizi di trasporto ad aziende private sul bacino di Ferrara. A darne notizia sono, allarmati, gli stessi sindacati Filt-Cgil, Faisa-Cisal, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Usb: “Tper conferma che la esternalizzazione di un milione di chilometri alle aziende private consentirà un risparmio di risorse tali da contenere i costi fino al pareggio di bilancio sul bacino di Ferrara; tale economia permetterà la sottoscrizione di un accordo con l’Agenzia per la Mobilità, per ottenere la proroga della validità della gara sul bacino di Ferrara fino al 2019 (anno in cui scadrà la gara per il bacino di Bologna)”.
La preoccupazione maggiore per le organizzazioni rappresentative dei lavoratori deriva dal fatto che Tper – sempre secondo quanto riportato – ha dichiarato che non sottoscriverà tale accordo se prima non sarà normato il trasferimento di 40 autisti da Ferrara a Bologna con un verbale siglato anche dai sindacati. “Unitariamente tutti i sindacati delle provincie di Ferrara e Bologna rigettano questo aut aut che non fa altro che scaricare sulle spalle degli utenti e dei lavoratori la mancanza di investimenti e i tagli al servizio che sopportiamo dal 2009”, commentano le organizzazioni.
La discussione con Tper si è quindi fermata ben prima del chi e come sarà trasferito, “consapevoli del fatto che la legge di stabilità imporrà una austerità ben più onerosa su tutto il territorio nazionale, oltre che regionale”. Fin da subito le organizzazioni sindacali hanno chiarito di non voler partecipare “al noto giochino per cui pagano sempre i soliti noti per decisioni che calano dall’alto e che non sono discusse e vagliate dalle parti sociali”. La volontà è quella di non voler fa da sponda “ad una ulteriore erosione di welfare dei cittadini e di diritti dei lavoratori”. Non manca un attacco agli amministratori degli enti locali ferraresi che “pretendono una contrazione dei costi a parità di servizio e senza fare investimenti concreti in un settore che è strategico per il territorio”, accompagnato da una richiesta di essere ascoltati.
“I sindacati unitariamente rivendicano il diritto al lavoro e alla mobilità sul territorio ferrarese e pretendono spiegazioni dagli amministratori che hanno scientificamente demolito una porzione fondamentale del loro territorio – scrivono le organizzazioni – e non vogliono che il problema di 40 lavoratori di Ferrara crei danni e disagi nel territorio di Bologna, considerato da sempre più ricco ma che già da diversi anni mostra segni di cedimento. Esigiamo il rispetto dei cittadini (utenti e lavoratori) da parte delle amministrazioni territoriali”.