Goro
10 Novembre 2014
Il procuratore Cherchi: "Se ci saranno nuovi elementi chiederemo riapertura delle indagini"

Omicidio Willy, i parenti depositano l’esposto

di Ruggero Veronese | 3 min

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Willy Branchi

Willy Branchi

Goro. Un esposto in procura 26 anni dopo un delitto mai dimenticato per la popolazione di Goro. Sicuramente non dai familiari di Wilfrido Luciano “Willy” Branchi, che non hanno mai rinunciato a far luce sull’efferato omicidio del 18enne ritrovato senza vita il 30 settembre del 1988. Ma neppure da molti abitanti del paese che – se le indiscrezioni delle ultime settimane dovessero rivelarsi fondate – hanno sempre saputo la verità sulla morte di Willy ma si sono sempre trincerati dietro a un muro di omertà e silenzio. Il nuovo capitolo, almeno ufficialmente, si è aperto alle ore 9 di questa mattina, quando il fratello della vittima Luca Branchi e il suo avvocato Simone Bianchi si sono presentati in procura per depositare il proprio esposto.

Lo scopo naturalmente è quello di far riaprire l’inchiesta e dare nuova linfa a un lavoro di indagine interrotto dopo l’archiviazione del primo sospettato, il pluriomicida poi morto nel carcere di Buenos Aires Valeriano Forzati. Troppo esplicita la ‘confessione’ dell’ex parroco di Goro don Tiziano Bruscagin, che ai taccuini del Resto del Carlino ha rivelato di essere sempre stato a conoscenza – e con lui altri duemila goresi – sia dell’identità del killer e dei suoi due complici, sia del movente, che sarebbe stato legato a una relazione omosessuale tra Willy e il suo assassino e alla paura che il 18enne rivelasse tutto agli abitanti del paese.

A dare la conferma dell’esposto è lo stesso procuratore generale Bruno Cherchi, che tuttavia non si sbilancia ancora su una riapertura del caso. Al momento in via Mentessi è stato aperto un fascicolo come “atti relativi”. “Dobbiamo valutare la documentazione: se ci saranno elementi nuovi chiederemo al gip di riaprire le indagini”. L’esposto in questione, ora nelle mani del pm Titta Ferrante, è lungo circa 15 pagine, che arrivano a una cinquantina includendo anche gli allegati: lettere anonime ricevute dalla famiglia, trascrizione di conversazioni telefoniche e articoli di giornale. Anche le cronache dei quotidiani infatti potranno avere un ruolo fondamentale in caso di riapertura dell’inchiesta, ma non solo per la loro parte ‘visibile’. Durante l’intervista con il Resto del Carlino il parroco ha infatti rivelato al cronista nomi e cognomi degli autori del delitto, ma secondo le informazioni del quotidiano ferrarese questi dati sarebbero già noti anche ai carabinieri, che alla fine degli anni ’90 e poco più di un anno fa tornarono a occuparsi della vicenda nel corso di un’indagine conoscitiva. “Non mi risultano che queste informazioni siano state trasmesse in procura – afferma il procuratore capo Cherchi -, ma faremo degli accertamenti”.

Un dubbio che invece appare risolto è quello legato al segreto confessionale del parroco: anche se non volesse rivelare il contenuto dei colloqui durante la confessione dei suoi parrocchiani, pare ormai appurato che le confidenze sulla morte di Branchi di cui fu partecipe nel corso degli anni avvennero soprattutto al di fuori del sacramento.

Intanto è tutto pronto per la fiaccolata lungo il paese di Goro organizzata dalla famiglia di Willy insieme al mondo dell’associazionismo, che si terrà domenica prossima, 16 novembre, alle 17.30. La partenza è prevista dallo Young club di Goro.

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