Per la giustizia la sua è ormai una abitudine “radicata e irreversibile” propria di chi “ormai non ha alcuna remora a delinquere”. Con l’aggravante che le sue vittime erano in genere persone anziane che si recavano al cimitero per ricordare i propri defunti. È finito di nuovo in carcere dietro esecuzione Franco Franceschini, 43 anni, ormai noto alle cronache locali per la condanna a 14 per concorso anomalo per l’omicidio di un anziano sulle mura, per un tentativo maldestro di furto in una tabaccheria e, di recente, proprio per l’arresto in flagranza dopo un colpo in certosa.
Ora per lui si riaprono le porte del’Arginone, anche se questa volta non è stato colto con le mani nel sacco. Il pm Stefano Longhi ha infatti chiesto e ottenuto dal gip Piera Tassoni un’ordinanza di custodia in carcere alla luce di intense indagini condotte dalla squadra mobile di Ferrara.
Gli inquirenti si sono mossi in seguito a una serie di furti avvenuti dall’inizio dell’anno nei cimiteri della città, soprattutto all’interno della certosa. L’autore aveva un suo classico modus agendi. Seguiva le anziane sulla tomba dei loro cari, attendeva nascosto che appoggiassero anche per pochi attimi la borsa, magari per cambiare l’acqua ai fiori, si avventava sulla ‘refurtiva’ e fuggiva in bicicletta.
E secondo la Mobile, diversi di questi episodi potrebbero vedere come autore proprio Franceschini, riconosciuto fotograficamente da una delle vittime, dopo un colpo avvenuto lo scorso 22 agosto. La donna, derubata in certosa, denunciò il furto della borsa, che conteneva effetti personali, denaro, chiavi di auto e due telefoni cellulari di marca Nokia e LG.
A questo punto la polizia acquisisce il traffico telefonico pregresso del numero di telefono del sospettato, per verificare se la cella agganciata dal suo telefono in determinate fasce orarie fosse compatibile o vicina alle celle che operavano nelle zone in cui si era verificata la serie di furti.
L’esito positivo della ricerca ha permesso di chiedere al pm una perquisizione domiciliare. In casa del 43enne sono stati trovati numerosi oggetti (telefoni, tessere sanitarie e tessere bancomat) riconducibili ad altrettanti furti avvenuti nei cimiteri.
Il tracciato dei telefoni rubati consentivano di rintracciare i legittimi proprietari nonché venire a conoscenza di nuovi episodi di furti avvenuti all’interno di una struttura sanitaria in cui venivano ospitati pazienti con gravi problemi fisici e in terapia di riabilitazione.
Non solo le Forze dell’Ordine si erano attivate per contrastare questo susseguirsi di episodi di furti che si stavano verificando nei cimiteri cittadini, ma anche l’Amsecf aveva allertato i suoi dipendenti allo scopo di sensibilizzarli a fare attenzione a persone sospette che si aggiravano tra le tombe. Anche questi ultimi, pur non avendo mai assistito a furti, notavano la presenza assidua e apparentemente senza motivo nei cimiteri di Franceschini.
Tutti elementi che hanno convinto al procura a chiedere l’ordine di arresto, eseguito ieri mattina dalla Mobile. Franceschini, difeso d’ufficio dall’avvocato Alessandro Montanari, è già stato interrogato.
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