Cronaca
17 Ottobre 2014
Collegio contrario alla proposta di riforma dal punto di vista culturale, didattico e professionale

“La buona scuola” bocciata dai docenti Iis

di Redazione | 3 min

iti copernico carpeggianiProfonda preoccupazione per diversi aspetti della proposta di riforma “La buona scuola” è stato manifestato dal Collegio dei docenti dell’Iis “Copernico-Carpeggiani”, che si è riunito ieri e ha deliberato a larga maggioranza un documento critico sulla riforma, esprimendo tutte le perplessità e le contrarietà emerse nel corso dell’incontro. Della riforma sono state giudicate negativamente le ricadute culturali, didattiche e professionali.

Per i docenti dell’Iis, infatti, la proposta di riforma “dequalifica la professione docente e peggiora le condizioni di insegnamento a causa della mancanza di investimenti nella scuola pubblica”. I soli fondi disponibili, come rilevato dai docenti, sono volti esclusivamente all’assunzione di 150.000 precari, “atto dovuto in quanto il mantenimento del precariato nelle forme attuali è in contrasto con le norme europee”. “Per questo motivo – commenta il collegio – è in atto una procedura di infrazione, che con molta probabilità avrà come esito l’obbligo di assunzione”. Della dequalificazione della scuola pubblica sarebbero responsabili anche la cancellazione degli scatti di anzianità, il mantenimento del numero eccessivamente alto di alunni per classe, oltre il rischio dell’utilizzo di nuovei docenti dell’organico funzionale per coprire le assenze brevi dei loro colleghi, senza tralasciare i “carichi di lavoro aggiuntivi (a parità di stipendio) che andranno a discapito della qualità dell’insegnamento”.

La proposta di riforma, prevedendo i cosiddetti “scatti di competenza”, per il Collegio dei docenti Iis “introduce una pericolosa competizione tra docenti, invece di rafforzare la cooperazione che invece è fondamentale dal punto di vista didattico ed educativo; i docenti infatti, per essere compresi nel 66% dei “meritevoli”, saranno spinti a competere tra di loro per accumulare “crediti” e quindi maggiori carichi di lavoro, oppure a chiedere il trasferimento in altra scuola, ancora una volta a danno della qualità dell’insegnamento e della continuità didattica”.

 “La buona scuola” pregiudicherebbe inoltre, come il vecchio Ddl Aprea, “la collegialità delle istituzioni scolastiche, riducendo tra l’altro il peso della componente docenti negli organi collegiali, a vantaggio del dirigente e dei soggetti privati, di cui è previsto l’ingresso”. Criticata anche l’introduzione nelle scuole un nucleo di valutazione interno che, utilizzando prioritariamente i parametri dell’Invalsi, “dovrà obbligatoriamente individuare tra i docenti un 66% di “meritevoli” e una restante percentuale di “non meritevoli”, con quote fisse che rispondono a criteri meramente contabili e prescindono dalla qualità reale della didattica per l’assegnazione degli scatti stipendiali”.

Preoccupazione viene espressa per la previsione di “un aumento dei poteri del dirigente scolastico, proprio di una logica di concorrenza aziendalistica: potrà infatti chiamare nel corpo della scuola i docenti più graditi. Si configura quindi il rischio di creare tante scuole che discriminano sulla base dell’orientamento ideologico, appiattite sulla visione educativa della dirigenza, in palese violazione della libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione”. La proposta di riforma, per i Collgeio docenti Iis, comporta poi “il fatto che lo Stato abdica all’impegno sancito dalla Costituzione di garantire a tutti i cittadini una formazione adeguata, affermando che le risorse pubbliche non saranno mai sufficienti. Questo apre ai finanziatori privati, che entrano nella scuola condizionando le scelte didattiche sulla base delle loro esigenze”.

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